Il Cesena, gli abbonamenti per la B e il supereroe che riscrisse il regolamento

Dopo mille partite serali da congelatore in inverno, ecco le pomeridiane di maggio. La Supercoppa tra l’altro non concede margini per domenica 19: Cesena-Juve Stabia si gioca alle 17.45 per la diretta Rai, nonostante il finale di Toscano meritasse i riflettori accesi. Sarebbe una vera sorpresa se il signor 96 punti restasse, nel pieno di settimane in cui tra società e tecnico si fa gara d’attesa e ognuno spera che sia l’altro ad annunciare che finisce qui. In mezzo al valore relativo della Supercoppa, restano i quasi 800 tifosi in trasferta visti anche ieri, anime da viaggio di un pubblico in credito di una partita, visto che gli abbonati avevano pagato anche per Cesena-Fermana, poi diventata a porte chiuse. Impossibile rimediare con robusti sconti per la Juve Stabia (in Supercoppa i prezzi li decide la Lega) quindi serve uno sforzo di memoria nei prezzi della campagna abbonamenti in B, a ricordo di una partita-bonus che resta nel portafoglio di 6.500 e rotti abbonati, gente che in una vita allo stadio ha visto di tutto: invasori e invasati, grandi giocatori e supereroi che cambiavano la storia.

Per esempio, splendeva il sole e faceva freddo nel giorno in cui a Cesena vennero riscritte le norme federali. Correva il 23 gennaio 1983 e alla Fiorita si gioca Cesena-Juventus: stadio pieno tre ore prima della palla al centro, gente ammassata ovunque per la squadra più forte del mondo. La Juventus è una colonia di eroi di Spagna ‘82 (Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli, Rossi) più Platini e Boniek. Il Cesena alla palla al centro risponde con 10 gregari più un supereroe che si chiama Walter Schachner.

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Walter Schachner non è un centravanti, è Batman. Per due anni alla Fiorita gioca la Scarpa di bronzo 1980 (34 gol con l’Austria Vienna, terzo migliore marcatore d’Europa) uno che a 24 anni nell’estate 1981 dice sì al Cesena, una scelta che oggi sarebbe impossibile, tipo Haaland al Cagliari o Lewandowski al Sassuolo. In quegli anni, Schachner a Cesena è tutto e può tutto: vince le partite da solo, sventra derby col Bologna passati alla storia, apre la folla quando cammina in centro, sembrano addirittura belli quegli orrendi giacconi di pelle che sponsorizza negli spot sulle tv locali. “Pelle su pelle”: già la marca di quei giubbotti sembrava il titolo di un film di Moana, ma Walter se ne frega e troneggia in città con il suo baffo che conquista. Se ne frega pure delle regole scritte sul piombo del campionato di Serie A e a metà del primo tempo di quel Cesena-Juve attua lo scisma del calcio italiano. Le carte federali le ha scritte il Conte Rognoni, l’emendamento che fa scandalo lo scrive Schachner.

Mentre sta già 1-0 per il Cesena (diagonale di Schachner) e la Juve attacca alla ricerca del pari, Paolo Rossi sbaglia il retropassaggio e manda la palla nella terra di nessuno tra Cabrini e Gentile, che sentono il rumore della bat-mobile che si mette in moto. Parte Schachner e scrive l’emendamento: prima fa deragliare Cabrini con una spallata, poi afferra il braccio sinistro di Gentile e lo pianta nel campo come un picchetto da campeggio. Gentile e Cabrini si fermano alzando il braccio invocando un sacrosanto fallo in attacco, mentre Schachner si invola verso Zoff e segna. L’arbitro Mattei non fa una piega: tutto regolare, 2-0 per il Cesena.

Lo scisma è compiuto e la Juve reagisce come prevedibile, ovvero impazzisce, circonda e spintona l’arbitro Mattei di Macerata, che conferma il gol ma dalla reazione intuisce di averla fatta grossa. Claudio Gentile è il difensore che nell’estate dei Mondiali di Spagna ha sbrancato la maglia di Zico e crivellato le caviglie di Maradona senza che l’arbitro dicesse nulla, poi arriva questo austriaco che prima lo mena e poi segna. Il bell’Antonio Cabrini è il più forte terzino sinistro vivente e in più ha un cinturone di spasimanti che David Beckham al confronto è Eziolino Capuano, ma ad un certo punto su un fallo laterale si dovrà girare, tempestato di urla dai distinti dalla super-tifosa Grazia di Bellaria, icona degli anni ‘80.

“Cabriniiiii!!!!!”

Il bell’Antonio si voltò interrogativo.

“Tu sei bellino, ma Schachner è più bello di te”.

Ogni complottista di provincia sa che il primo comandamento del calcio italiano recita: “quando affronti una squadra in maglia a strisce di Milano o Torino, l’arbitro è un problema in più”. Sarà perché la Juve quel pomeriggio ha una elegante seconda maglia a blu, sarà perché l’arbitro ci ha capito poco, sta di fatto che Schachner è un supereroe talmente potente da riscrivere il regolamento: l’uomo che ruba alla Juve per dare un punto al Cesena. Un punto perché finirà 2-2: la Juventus reagisce (gol di Brio e Bettega) e risale fino ad un pareggio meritato. Nel bollore dello stadio, mentre la Juve rimonta di rabbia, dalla gradinata vola pure una radiolina verso Marco Tardelli, che il giorno della presentazione da allenatore del Cesena ricorderà l’episodio (“la misi all’orecchio e mi tenni aggiornato sui risultati degli altri campi”). La Juve rimontò con un suo stile: zero falli vendicativi su Schachner, che ha sempre ricordato Brio e Gentile come difensori duri ma mai scorretti, ammantati dallo stile di Zoff e Scirea. Resta il fatto che alla fine il coro ospite fu unanime: “Sarebbe stata un’ingiustizia”. Lo dissero tutti i giocatori della Juventus, gridando al furto dopo avere giocato contro il Cesena: quando cerchi un centravanti e poi Renato Lucchi compra un supereroe, funziona così. Anche per questo, nessuno sarà mai come Walter Schachner.

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