Il Cesena e i gol di Shpendi: benvenuti in questa giungla di campionato
Cristian Shpendi viaggia a un ritmo da 20 gol anche in B e francamente era impensabile. È stato lo stemma sul cofano di un Cesena-Brescia 2-0 che diventa in ogni caso una delle partite da ricordare del campionato, quella della reazione al primo vero momento difficile. Finalmente Mignani ha avuto ingressi migliorativi e non accade spesso: quando si apre il giro dei cambi dalla panchina, c’è chi pesca sempre benissimo (Sassuolo, Palermo, lo stesso Modena e così via), poi c’è chi fa quello che può e Mignani fa quello che può, con una rosa limitata soprattutto a livello fisico. Con il consueto garbo, in sala stampa l’allenatore del Cesena ci ha anticipato la linea del mercato invernale: “Marcavamo a uomo nei calci d’angolo, i miei giocatori arrivavano ai numeri di maglia, gli avversari avevano una testa in più in altezza”. Riassumendo: l’idea di gioco c’è, l’anima è in costruzione e a gennaio servono chili e centimetri.
Tornando a Shpendi e alle punte, prima dell’inizio ha sfilato tra gli applausi Dario Hubner, una delle mille storie in comune tra Cesena e Brescia. Per esempio Dario Hubner e Mino Bizzarri furono la coppia d’attacco del Cesena 1995-96 ed entrambi scelsero Brescia dopo avere lasciato la Romagna (Bizzarri nel 1996, Hubner nel 1997). In quella stagione a Cesena, Hubner e Bizzarri dovevano fare furore e i numeri furono dalla parte soprattutto di Hubner (22 gol), mentre Bizzarri si fermò a 8 dopo che nelle due stagioni precedenti in C alla Spal aveva avuto numeri pazzeschi: 41 gol in 30 partite. Al primo allenamento di quel Cesena a Villa Silvia dopo il ritiro, Edmeo Lugaresi seguiva le prime corse dei suoi centravanti con l’occhio languido di chi si aspettava meraviglie. In quei tempi di “tutti si siedono vicino a tutti” a Villa Silvia, Lugaresi guadagnò la panchina dove erano già seduti i giornalisti di Stadio e Corriere Romagna. Fresco di un primo confronto con l’allenatore Marco Tardelli, il pres era pieno di fiducia.
“Ragazzi, con Hubner e Bizzarri davanti siamo messi bene”.
“Ma Bizzarri farà gol anche in B?”.
“Ma sì che li farà, con Hubner forma una gran coppia, lo ha detto anche Marco”.
“Cosa ha detto Tardelli?”
“Ha detto che stanno bene insieme perché sono diversi. Com’è che ha detto...”.
(Silenzio di attesa mista a sgomento)
“Cosa le ha detto, presidente?”.
“Ha detto che sono due giocatori agli antilopi. Hubner e Bizzarri sono attaccanti diversi, si incastrano bene”.
E a quel punto noi ci immaginammo Hubner e Bizzarri sgambettare nella savana, mentre torme di famelici stopper bracconieri li inseguivano per catturarli. Loro a sgambettare come antilopi incuranti del fatto che Hubner fosse già per tutti il Bisonte e che Bizzarri dell’antilope non avesse proprio nulla: sul fiuto del gol niente da dire, ma la progressione più che da antilope era da bradipo. Forse l’abbiamo capito solo oggi: magari mettere in attacco due giocatori agli antilopi era un omaggio a “Welcome to the jungle” dei Guns ‘n’ Roses, monumentale hit tamarra di fine anni 80 che stava resistendo nel tempo. O forse era semplicemente la strategia per sopravvivere a una giungla di campionato che è ancora una giungla di campionato, dove oggi Shpendi sfreccia da aspirante antilope e te la fa portare a casa.