Il Cesena, Donnarumma, Varone e la trattativa per Lanna

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Come un film della Wertmuller: travolti da un insolito festino nel verde pascolo di uno stadio che vede mille modi di segnare. Se c’è un merito che va riconosciuto a Toscano, è quello di averci pensato su nell’aereo di ritorno da Olbia, concludendo che se vuoi davvero che le cose cambino, allora non puoi fare sempre le stesse cose. Così ha messo un violino in più e un tamburo in meno nell’orchestra e il risultato è sotto gli occhi di tutti.

Il tempo del mediano che gioca dietro le punte è finito e si sono aperte le stive dei gol. Un anno fa, una buona partita di Saber coincideva per forza con una buona partita del Cesena: era lui il simbolo di un tipo di gioco fatto di assalto e di andare a rimbalzo sulle seconde palle. Quest’anno una buona partita di Berti coincide per forza con una buona partita del Cesena, che cerca la porta in un modo diverso che per ora vale un fatturato clamoroso. Il disagio di Saber nel suo scampolo di gara di ieri diventa un nuovo esame per Toscano, che dovrà essere bravo a gestirlo: ci saranno momenti di partite e momenti di campionato in cui ci sarà ancora bisogno del tipo di calcio di Saber.

In un panorama da 5 gol come quello di ieri, proviamo a pescare altri due nomi: Donnarumma e Varone. Donnarumma è la campanella della ricreazione dopo due anni di cross all’altezza del fegato, mentre il gol di Varone certifica che a centrocampo c’è chi sa buttarla dentro ed è nata in fretta una impalcatura titolare.

A proposito di Donnarumma e Varone, anche un bel po’ di anni fa (24 per la precisione) il Cesena in Serie B cercava rinforzi a sinistra e in mediana e li trovò con due acquisti dal Castel di Sangro di Gabriele Gravina, attuale presidente della Figc. A Edmeo Lugaresi il Castel di Sangro stava molto simpatico e infatti lo chiamava confidenzialmente Castel di Sandro senza che nessuno osasse correggerlo, anche perché sentirglielo dire in questo modo era oggettivamente uno spasso. Ma quello era un mondo in cui ogni intervista era uno spasso.

Per esempio: nell’estate 1999 il Corriere Romagna titola “Cesena, è fatta per Cangini e Tresoldi dal Castel di Sangro, a destra piace Lanna del Chievo”. Eccoli qua, i rinforzi in mediana e sulla fascia sinistra, oltre all’interessamento per un terzino destro di rendimento come quello del Chievo. Roberto Chiesa il giorno dopo è l’incaricato della telefonata presidenziale in tarda mattinata. Lugaresi risponde dal telefono di casa, mentre la signora Anna è lì al suo fianco che prepara il pranzo.

«Presidente disturbo?»

«Ciao Chiesa, dimmi pure».

«Allora, ho visto che è fatta per Cangini e Tresoldi».

«Sì, con loro siamo a posto, col Castel di Sandro non ci sono stati problemi».

«Bene, e Lanna?».

«Chi?».

«Lanna, presidente. Con Lanna come andiamo?».

«Ah, ma l’Anna è qui con me che cucina, se vuoi te la passo».

Alla fine della telefonata, Chiesa informò la redazione che la trattativa tra Cesena e Chievo per Lanna era ancora piuttosto blanda.

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