Il Cesena di Chiavari, i lamenti e il rettore della facoltà

Il primo 1-0 stagionale traccia un solco clamoroso tra due squadre che in estate avevano la stessa idea sul primo posto. Alla 13ª giornata, il Cesena (30 punti) ha doppiato un’Entella (14), che ieri era al gran completo: prima ha inserito Zamparo in corsa in attacco, poi gli ultimi cambi sono stati Parodi e Clemenza, due che in C sarebbero titolarissimi ovunque. Dopo un terzo di campionato l’Entella è a un chilometro dal primo posto, la Spal (12 punti) si è eliminata in fretta e il Pescara a -9 è un dipinto che Toscano poteva solo sognare. Ecco, Toscano: l’unico che in questi giorni ha toccato il tema-arbitri e l’ha fatto con equilibrio ed esperienza, da chi sa navigare in certe acque. E ieri negli episodi-chiave il Cesena ha avuto buone decisioni dall’arbitro.
Al di là degli imbarazzi di una serata difficile (l’uomo in più non si è mai visto), la prova di forza resta eccome. Mancavano tre punte e ieri Ogunseye ha mostrato il meglio quando non ha fatto l’attaccante, ma lo stopper avanzato, così la differenza l’hanno fatta un grande acquisto come Donnarumma e un Prestia che quando entra in modalità Riccardo Bocchini è il caporeparto che ti insegue con la chiave inglese se entri senza permesso in magazzino.
Il Cesena ora è dove voleva essere e sta curando i dettagli: è rimasto una notte in più in albergo per dormire bene, nel primo pomeriggio si allena a Sestri Levante e in C non è da tutti. La società sta accontentando lo staff tecnico nei (dispendiosi) particolari per provare ad andare in B e su questo non ci si può lamentare.
A proposito di lamentele, in Serie A è tornato il rettore della facoltà, ovvero Walter Mazzarri, che a Cesena si fece ricordare per una espulsione di mestiere per rivitalizzare il Napoli. Era il 26 settembre 2010 e il Cesena in avvio di ripresa passò in vantaggio con Parolo su assist di Schelotto. Giocatori del Napoli avvilitissimi, Mazzarri fiuta il momento e inizia una memorabile tarantella con scivolamento laterale fino alle orecchie del quarto uomo, andando a bersaglio: viene espulso, nei suoi giocatori scatta qualcosa e il Napoli vinse in rimonta 1-4, anche perché quando puoi mettere Cavani dalla panchina (2 gol) beh, insomma. Seguì il dibattito in sala stampa.
«Scusi Mazzarri, la sua espulsione è stata un modo per scuotere la squadra?».
«Perché?».
«Beh, sul gol di Parolo protesta solo lei».
«Macchè solo io: Schelotto ha fatto un fallo netto su Cribari».
«Guardi che ci sono le immagini, non protesta nessuno. I suoi giocatori sono tutti fermi, si arrabbia solo lei».
«Vi dico una cosa: a volte a certe cose devo pensarci io».
«Cioè?».
«I miei giocatori sono troppo bravi ragazzi e non protestano mai, però quando ci vuole, ci vuole, è giusto sottolineare l’errore del direttore di gara. Non si può stare sempre zitti».
La sua ultima apparizione al Manuzzi invece risale al 26 ottobre 2014: l’Inter passa 0-1 (rigore di un giovane Icardi) in una delle rare serate in cui Bisoli e Foschi sono d’accordo su tutto e in particolare sul fatto che Mazzoleni abbia arbitrato da fare spavento. Nel sottopassaggio al fischio finale, Bisoli e Mazzarri si incrociarono e andarono vicini allo scontro e se ne urlarono un bel po’: tagliando giusto le parolacce, ecco tutto quello che si dissero. E alla fine Mazzarri salì sul pullman.