I 53 punti del Cesena con la firma di Mignani, il Bruno Bolchi del terzo millennio

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Chissà cosa ha pensato ieri sera Roberto D’Aversa quando ha visto la classifica finale della Serie B. Alla fine è andata bene a tutti: D’Aversa voleva lottare fino all’ultimo minuto per restare in A ed è quello che farà con l’Empoli; il Cesena cercava una salvezza tranquilla in B e magari chissà, è arrivato fino a magari chissà. E Michele Mignani? Mignani a Cesena non è più un allenatore, è una seduta dallo psicologo. Tutti dovrebbero avere una valvola di sfogo come Mignani, uno che ti illude di avere ragione ad essere perplesso, mentre lui fa 53 punti. All’inizio del campionato ci siamo lamentati per la leggerezza del Cesena, sconfitto nonostante buone partite; alla fine del campionato ci siamo lamentati della pesantezza del Cesena, con partite grigio cemento che portavano un sacco di punti. E Mignani zitto: ogni suo silenzio nelle interviste era un cordiale invito a metterci d’accordo con noi stessi, come se fosse facile.

Il Cesena è stato allenato dal Bruno Bolchi del terzo millennio, l’allenatore che ti fa credere di essere un intenditore e ti lascia sfogare, intanto lui zitto e alza i mattoni di una classifica da settimo posto. Non ha mai venduto fumo, ha solo portato punti, ottenendo il massimo dal materiale a disposizione. Ha gestito lo shock che può avere un allenatore che chiede una punta da B e poi vede Van Hooijdonk, quindi ha atteso fiducioso il mercato di gennaio e il migliore acquisto è stato il clamoroso Klinsmann, che però era un acquisto del gennaio dell’anno prima.

Ha aspettato tutti senza incenerire nessuno: la combinazione dell’ultimo gol del campionato è arrivata da incostanti da mal di testa come Tavsan e Antonucci, due che in passato con allenatori meno pazienti avrebbero assaggiato la tribuna. Sospesa tra salvezza e play-off, una squadra acerba come questa ha sofferto da matti le ultime partite, giocate con un pianoforte sulla schiena. Ora invece la testa è libera: chi ha più da perdere è il Catanzaro e sarà curioso vedere l’impatto emotivo sulla partita di sabato. Nel frattempo, chiudiamo il sipario sulla stagione regolare ricordando gli ultimi 4 allenatori che hanno guidato il Cesena in B: Drago, Camplone, Castori, Mignani. Ognuno faccia la sua personale classifica e li disponga come crede: così a naso, per rapporto qualità-punti, Mignani è serenamente da secondo posto.

Se Mignani è il Bruno Bolchi 2.0, in questa stagione fanno 30 anni tondi dall’ultimo campionato di Maciste a Cesena, un allenatore diverso di un calcio diverso, un maestro nello sgonfiare la tensione dei pre-partita. Una volta a fine rifinitura stava parlando con i giornalisti e gli sfilò davanti il 18enne Vincenzo Maenza che stava guadagnando la doccia. Alzò la voce da consumato attore in modo da farsi sentire.

“Oh ragazzi, ma Maenza quanti parenti ha? Una marea”.

“Perché mister?”.

“Fidatevi, questo qui deve averne un’infinità”.

“Beh, c’è suo cugino che è il campione olimpico di lotta, poi gli altri chi lo sa”.

“Mah, per me si porta dietro un mare di gente, vero Vincenzo? Chi c’era a vederti allo stadio all’ultima in casa?”.

“Boh, i soliti mister, saranno stati 3 o 4”.

“Come 3 o 4? E allora chi diavolo era tutta quella gente che applaudiva?”.

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