Tremila persone al Pala Galassi per l’esordio casalingo dell’ Unieuro contro Ruvo di Puglia. Sicuramente un ottimo risultato per la società nella nuova era del biglietto nominativo che ha creato file interminabili al botteghino (con persone riuscite a entrare solo a secondo periodo iniziato) e dopo la sconfitta iniziale in campionato a Cremona. Ma un vuoto era quasi più appariscente del pieno: quello lasciato in curva Nord dai gruppi del tifo organizzato biancorosso.
Una curva senza striscioni, senza bandiere, senza sciarpe, senza cori e persone che li alzassero per farsi seguire dal resto della tifoseria, per uno “sciopero” annunciato da mesi, mai rinnegato dai suoi proponenti, e non legato in questo caso al nuovo protocollo Fip/Lnp su tagliandi e accessibilità nelle trasferte, bensì ai postumi tutti forlivesi degli scontri pre-garadue degli scorsi play-off a Rimini. Per i gruppi della Curva, la pubblica e immediata presa di posizione sul caso della Pallacanestro 2.015 è stata fattore di rottura di un rapporto non ancora ricucito. Morale: in trasferta sì, anche se i 50 biglietti scontati a disposizione dei club, messi in libera vendita due settimane fa dall’Unieuro hanno fatto storcere il naso e sono stati occasione di ulteriore contestazione, ma in casa no. Fino a quando?
Abbiamo cercato di capirlo chiedendo direttamente al presidente della Pallacanestro 2.015, Giancarlo Nicosanti, cosa abbia provato nel vedere quell’importante settore del palazzetto, rimasto vuoto. «Ho provato dispiacere, però ci tengo a precisare ancora una volta la posizione mia e dei soci che non è diversa da quella di maggio – dichiara - Con il comunicato emesso dopo gli scontri a Rimini, cui sono seguite per noi due gare a porte chiuse, abbiamo criticato, aspramente ma credo legittimamente, solo quell’1% e anche meno, di tifoseria che si è resa protagonista di azioni deprecabili. Noi abbiamo preso le distanze esclusivamente da quella trentina di persone che a Rimini si sono recate con le spranghe e che, per questo, hanno ricevuto il Daspo. Solo da loro e credo che dire che siamo distanti anni luce da quel mondo, sia giusto»
Molti, invece, lo hanno letto come un’accusa collettiva. «Tutt’altro, perché anche in quelle righe avevamo scritto a chiare lettere che siamo e saremo sempre vicini al 99% di tifosi forlivesi che sono sempre stati al fianco della squadra e della società dal primo giorno. Questo lo ribadisco: noi abbiamo esaltato ed esalteremo sempre quei tifosi, che poi sono tutti a parte quelli violenti. E quindi, lo voglio dire chiaro, tra questi ragazzi che per noi rappresentano tanto, ci sono anche quelli della curva. Come abbiamo fatto coi pullman gratuiti per la Coppa Italia a Roma o per i play-off a Cividale, a loro siamo e continueremo a essere vicini».
A questo punto, come avrebbe detto Marco Giallini nel film Perfetti Sconosciuti, si può “disinnescare”? In che modo si può tornare ad avere una curva piena alle partite casalinghe? «Spero di poter avere un momento di confronto con la tifoseria organizzata, perché vogliamo continuare ad avere la città al nostro fianco – dichiara il presidente - La Pallacanestro 2.015 non esclude nessuno, nel rispetto reciproco però». Su questo, Nicosanti “i puntini sulle i”, li mette: «Quanto accaduto vorrei venisse superato, ma se io rispetto le posizioni di tutti, compresa quindi la scelta di domenica di non essere al palazzetto a tifare in curva, pretendo che anche le nostre posizioni siano riconosciute e rispettate, perché al primo posto viene la pallacanestro di Forlì e il suo bene. Mettiamolo tutti davanti a tutto».