Unieuro, la crescita per ora è graduale ma c’è tanto da fare

È una crescita graduale quella che l’Unieuro non può che provare a fare in questo inizio di stagione e come in ogni processo, per alcuni aspetti del gioco che necessitano ancora di evidenti perfezionamenti, ce ne sono altri sui quali si iniziano a percepire passi avanti.
È quanto emerge dal successo ottenuto nel turno infrasettimanale con Cento. Vittoria di cui Forlì aveva tanto bisogno e che è arrivata in modo limpido, con le redini tenute in mano praticamente per tutti i 40’.
Il ritorno degli emiliani a -8 (dal -20) nel finale è conseguenza di una condizione non ancora perfetta e poteva essere messo in preventivo. Brava Forlì a piazzare le zampate giuste nelle ultime azioni per evitare di correre veri rischi.
Il vantaggio, mantenuto sino alla sirena, è stato frutto di due fattori principali. Un cambio di atteggiamento in campo rispetto alle ultime uscite di pre-season e al match con Cividale. Forlì ha cercato di velocizzare il gioco quanto più le era possibile, alzando il ritmo sin dal rimbalzo conquistato (e questa volta i tabelloni sono stati presidiati con sicurezza) e trovando tantissime conclusioni in contropiede primario o secondario. Da questo è nato il gap che poi i romagnoli hanno preservato grazie a una difesa solida come Martino desidera. E in attesa di vedere espresso il potenziale offensivo pieno della squadra, è proprio il reparto arretrato che deve dare garanzie. Mercoledì le ha date.
Cosa si può migliorare?
Tanto. A partire dal fatto che l’Unieuro dovrà cercare, una volta trovata la “gamba” quanto più possibile al ritmo dei primi 25 minuti perché nell’attacco a difesa schierata, quando la circolazione di palla ha subìto un rallentamento, la fatica è aumentata. Complice anche la mancanza di pericolosità offensiva che denotano Harper e Dawson: 2 soli punti (dell’ex Tortona) all’intervallo, nessuno dei due che raggiunge la doppia cifra e l’israeliano che chiude realizzando solo dalla lunetta. Harper, che non è mai stato il primo terminale delle squadre in cui ha militato e che più che un tiratore può essere un realizzatore, ha un potenziale che cerca di esprimere, ma ancora gli resta “in canna”. Il motivo lo ignoriamo.
Dawson invece ha dimostrato un ottimo atteggiamento da giocatore di squadra, visione di gioco raffinata e solidità difensiva, però con la palla in mano è parso ancora troppo titubante sul da farsi e questo sorprende perché una dote che tutti gli osservatori gli riconoscevano è l’atletismo. Perché non lo esprime anche nella metà campo d’attacco e non lo sfrutta?
Ciò detto, Forlì contro la Sella Cento ha stravinto la battaglia in area e da questo punto di vista sì che sfrutta una qualità di cui è in possesso. Domenica contro Verona, avversaria di rango ma che, come tante, è ancora discontinua, l’Unieuro cerca non solo due punti d’oro, ma anche un nuovo traguardo della propria crescita.
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