Unieuro, discese un po’ troppo ardite: ora serve la risalita

Unieuro, ci sei cascata di nuovo e questa volta la botta fa più male del solito. Nell’ultima di regular season che avrebbe potuto dare ai biancorossi il quarto posto e un quarto di finale play-off contro la settima della classe (Milano) da affrontare con il fattore capo a proprio favore, è arrivata una nuova pesante sconfitta all’insegna del motto “perdo poco, ma quando perdo, perdo male”.

La classifica e il cammino che ora attende Cinciarini e compagni ne hanno immediatamente e inevitabilmente riserntito, perché il ko a Cento ha significato scivolare al sesto posto e vedersela con tanto di potenziale bella fuori casa, con quella Gesteco Cividale contro la cui esasperata atipicità tattica i romagnoli hanno sempre dannatamente sofferto.

Un incrocio indigesto

Non solo in questa stagione, quando i gialloblù hanno fatto propri i due scontri diretti (ma va assolutamente precisato, in due dei momenti peggiori in assoluto dell’annata forlivese, la prima giornata e il “gennaio nero” dei tre knock-down consecutivi), ma anche nelle due precedenti. Il bilancio, infatti, parla a favore della Pillastrini-band: 4-2 con tre successi in fila, due vittorie al Pala Galassi, una sconfitta interna datata 11 febbraio 2023 (73-77) e ultimo acuto biancorosso giunto dopo un supplementare l’1 novembre 2023 (84-78). Insomma, vincere tre volte di cui una in trasferta, contro una squadra dalla difesa appiccicosa e dal talento perimetrale indubbio, come quella friulana, non sarà semplice per una squadra dalla quale non si sa mai cosa aspettarsi quando gli arbitri alzano una palla a due.

Cosa è successo a Cento?

La morale della regular season è proprio questa: l’Unieuro è capace di grandi imprese, ma anche di tonfi improvvisi e inspiegabili razionalmente come quello di Cento. Uno dei peggiori, va detto, perché la squadra di Antimo Martino dalla seconda frazione è stata spazzata via dall’intensità e dalla voglia, ancor prima che dalle clamorose percentuali di DeVoe e soci. E la reazione, contrariamente a quanto accadde a Rieti, è rimasta sempre e solo abbozzata. Merito di una Sella che non ha concesso neppure le briciole, ma anche demerito di una Pallacanestro 2.015 che il suo allenatore ha definito mentalmente provata dalla rincorsa che l’aveva condotta al 4° posto, giustificandone solo in parte la prova fornita. Già perché contemporaneamente Martino ha anche imputato ai suoi di sfaldarsi troppo presto quando il copione non è quello atteso.

Domenica è successo di nuovo. Non solo in attacco dove non solo le 8 palle perse del secondo periodo sono state fatali, ma sin dall’avvio si è notato un eccesso di fretta nel prendersi conclusioni nei primi secondi dell’azione, senza circolazione e senza coinvolgere i lunghi (appena un tiro Gaspardo nel primo periodo); ma anche in difesa dove al netto di percentuali monstre dall’arco, Cento è andata al ferro con troppa facilità per 40’ senza mai trovare un’opposizione puntuale nei tempi e fisica nei modi.

Una delle serate difensivamente più soft dell’ultimo trimestre e ai play-off sarebbe fatale si riverificasse, ma va anche detto che l’Unieuro sotto il profilo della tenuta emotiva è troppo fragile. C’è almeno una partita in cui “si rompe”. Ai play-off da un buco nero ci si può sempre risollevare, ma non se fosse in una bella, non se da eccezione occasionale diventasse regola.

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