Tassinari gioca Rinascita-Unieuro: «Vince chi sta meglio fisicamente»
Un derby è la guerra sportiva tra due mondi? Forse sì, tanto più se questo derby mette di fronte Rimini e Forlì, due universi diversissimi tra loro e fieramente rivali. C’è, però, almeno un anello di congiunzione tra queste due galassie che domenica torneranno a fronteggiarsi: è il cosiddetto “capitano dei due mondi”, l’unico ad avere ricoperto questo ruolo sia nella sua città (Rimini, dove ha militato dal 2003 al 2006 e poi dal 2012 al 2016), sia vestendo la maglia forlivese per quattro stagioni, dal 2006 al 2010.
Di presentazioni non ne ha neppure bisogno: è Federico Tassinari, oggi massofisioterapista, ma sino al 2023 ancora protagonista in campo a 46 anni nel Bellaria. Dismessa (per ora?) la canotta, il “Tasso” è tutt’altro che a digiuno di sport e di pallacanestro. «Diciamo che mi tengo in forma tra bicicletta, corsa e pesi, e credo di esserlo, poi quando posso vado a vedere le partite e al Flaminio sono stato sia per il match tra Rbr e Fortitudo, sia per l’ultimo contro Cividale – spiega sorridendo - Un vero peccato l’ultima partita, ma brava anche Cividale a crederci sino alla fine grazie soprattutto a quel volpone di Stefano Pillastrini, un allenatore che in A2 fa la differenza. Sto vedendo, comunque, un’ottima RivieraBanca».
Squadra che, per Tassinari, è stata ben assemblata in estate e che ha un impatto fisico-atletico importante sull’A2 di quest’anno. «Quelli che potevano essere stati i limiti dello scorso campionato, sono stati colmati attraverso un’ottima campagna acquisti, poi la vedo atleticamente in forma, arriva sempre con tanta energia addosso nei momenti finali. Il gruppo, poi, è molto affiatato e in campo si nota».
Dove porterà tutto ciò, è ancora presto per dirlo. Di sicuro a un derby che, per ammissione della guardia con passaporto sammarinese, sarà interessantissimo non solo per il contorno di tifo che lo colorerà. «È la sfida tra il miglior attacco e la migliore difesa e sono curiosissimo di vederla, sono sicuro ne verrà fuori una bellissima partita».
Già, ma “ideologicamente”, Tassinari da che parte sta? Da quella dell’attacco o della difesa? «Devo dire che una bella difesa strutturata e organizzata può dare spettacolo e io ero uno che dietro si sbatteva sempre tanto. Però anche un attacco esplosivo può essere entusiasmante e vincente. Non saprei, resto sul 50% a testa».
Anche perché Tassinari è il solo ad essere diviso a metà anche nell’affetto dei tifosi. I forlivesi l’hanno sempre amato e continuano a farlo. A partire da quel rito di “deriminizzazione” organizzato dagli Ultra forlivesi al momento del suo arrivo. «Fu un momento molto bello e un ricordo ancora adesso piacevolissimo – ammette . I tifosi di Forlì furono spettacolari e il video di quel rito è ancora on-line: ogni tanto lo rivedo e lo mostro agli amici. Ci divertiamo tantissimo».
Fu l’anticamera a quattro stagioni bellissime in maglia Vem Sistemi. Contraddistinte, però, da un tabù che Forlì non riesce mai a infrangere. «Quello del primo posto – va dritto al punto il “Tasso” - Siamo arrivati primi in tre campionati su quattro, fai un po’ te... Eravamo, però, un gruppo affiatatissimo, sospinti da un gran tifo. Anni bellissimi nei quali mi sono sbattuto alla morte sempre».
E i forlivesi lo riconoscono. Già, ma domenica? «Sarò al Flaminio, ma non so dire chi vincerà. Forse chi starà fisicamente meglio. Sarà bello vedere l’impatto delle vecchie volpi forlivesi e quello di gente come Johnson, Marini, che ormai vale ben più dell’A2, o Grande che mi pare molto più convinto dell’anno scorso e nei momenti chiave si prende la squadra in mano».