RivieraBanca e Unieuro sempre più consapevoli delle loro potenzialità

RIMINI

ENRICO PASINI

Dopo 36 giornate di un estenuante campionato, la serie A2 ha emesso i due primi e definitivi verdetti. Saluta la categoria per scendere in B Nazionale l’Assigeco Piacenza e lo fa per volare dopo sedici anni in massima serie, l’Apu Udine.

A incoronare la regina del torneo è stato lo scontro diretto con RivieraBanca che ha tenuto fede alle previsioni di grande equilibrio e straordinario tasso tecnico che l’avevano accompagnato, dando la conferma, prima di tutto a Rimini stessa, che per quell’obiettivo ora raggiunto dai friulani ma che potrà ancora essere conseguito attraverso i play-off, la formazione di Dell’Agnello ha in mano carte altrettanto autorevoli. Inizia adesso un nuovo percorso, ma la meta è la medesima e l’immagine scaturita dal confronto del “Carnera” è quella di una Rbr tornata pienamente consapevole delle sue potenzialità.

Chi sale e chi scende

Anche pienamente in grado di esprimerle in partita? Sì, nonostante la serata difficile di Pierpaolo Marini, e lo diciamo mossi da una sensazione che le statistiche certificano. Dal derby con Pesaro in poi, ogni biancorosso è tornato a esprimersi ai propri livelli, fatta eccezione forse per Camara calato come produttività e più discontinuo nell’imporre nell’area avversaria la propria debordante fisicità. C’è però chi può trascinarlo di nuovo, come un cavaliere fa muovendo le redini di cui sembra effettivamente entrato in possesso. Redini della squadra, intendiamo, quelle che negli ultimi cinque incontri si sta prendendo Gerald Robinson.

Il suo è un crescendo di condizione fisica, convinzione e leadership e se mettiamo a raffronto le sue statistiche attuali con quelle del mese di gennaio, il migliore per lui prima dell’infortunio patito nell’epilogo del match di Milano, notiamo che adesso sono in gran parte anche migliori di allora. Non negli assist (calati da 4.6 a 3.2), ma nei punti realizzati (ora 15.2), nelle percentuali da due (dal 45.2% al 54.2%) e dall’arco (dal 40.5% al 50%), nei rimbalzi cresciuti da 2.7 a 3.2 e nell’indice di valutazione che, da 14.3, passa a 15. Se a Rimini basta vincere una delle prossime due gare a Bologna e con Nardò in casa, per prendersi la pole position in griglia, il Robinson attuale è quello che Rbr aveva immaginato e sperava di vedere all’imbocco della fase decisiva del campionato.

Vincere le gare sporche

A oliare il motore è però anche la Pallacanestro 2.015 Forlì, che ha messo a frutto al meglio la lezione che il brusco stop di Rieti le aveva impartito Quale? Semplicemente che non sempre si può vincere dimostrandosi brillanti, perché esistono gli avversari e le serate storte, ma mai bisogna fossilizzarsi sull’errore continuare a spingere una porta con su scritto “tirare”. No, in quei momenti bisogna accettare le gare sporche, muscolari, brutte, calarsi in quella dimensione per impedire agli altri di essere i più belli del reame e aspettare un colpo di vento da cogliere per ripartire e riaccendersi.

Forlì in questo è stata brava domenica nel derby e questo sarà un refrain che nei play-off rischia di ripetersi più volte. Quindi, imparare a vincere ai 60 punti, come in passato nelle squadre di Antimo Martino, deve essere un must per i biancorossi. Forse già a partire da sabato, quando arriverà una Brindisi deludente ma tutt’altro che rassegnata a occupare l’ultimo gradino della scala che porta, almeno, ai play-in. Il copione della sfida rischia di essere molto simile a quello del derby e Forlì deve mettersi per forza in tasca altri due punti se vuole prendersi il vantaggio del fattore campo almeno al primo turno dei play-off.

Per conquistarlo, potrebbe addirittura servire ancora una doppietta tra Brindisi e trasferta di Cento e non sarà facile, anche perché all’ultima giornata la Benedetto XIV non arriverà già salva a meno di non riuscire a espugnare Cividale con contemporaneo ko di Cremona a Rieti. Lo svantaggio nel confronto diretto obbligherà i ragazzi di Emanuele Di Paolantonio a provare a vincere a tutti i costi (così come dovrà fare anche la JuVi in casa con Avellino) e in questo girone di ritorno Cento è un brutto cliente per tutti. Ne sa qualcosa Udine che si è salvata per il rotto della cuffia nel confronto di due domeniche fa. Se sarà quarto posto, l’Unieuro pescherà poi la 7ª, ossia l’ultima qualificata direttamente ai play-off, e sarà una sfidante rognosissima (Cividale, Rieti, Verona o ancora la Fortitudo), poi in teoria ci sarebbe Cantù in semifinale, ma chi azzardi qualche previsione quest’anno verrebbe smentito. E quindi, apprestiamoci a viverlo e basta il play-off più incerto di sempre.

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