Rbr e le lombarde, il terzetto di imbattute è fuori dai pronostici. L’Unieuro cresce insieme ad Harper

Tre giornate di campionato e tre sole squadre in vetta alla classifica del campionato di A2. In attesa dei recuperi di domani tra Cantù-Brindisi e Fortitudo-Orzinuovi, a comandare a punteggio pieno c’è un terzetto impronosticabile alla vigilia. È quello formato da RivieraBanca, Urania Milano e JuVi Cremona, con Orzinuovi che potrebbe aggiungersi nel caso riuscisse nella difficile impresa di espugnare il PalaDozza. Tre squadre che in pochi avrebbero accreditato di una partenza così lanciata e questo se da un lato significa che le big sono ancora alla ricerca delle loro alchimie in questa prima fase, dall’altro conferma tutto l’equilibrio che si prevedeva questo torneo potesse avere.
Un tris nella manica
Andandole ad analizzare nel dettaglio, Cremona aveva dato buona impressione di sé già dalla pre-season (vincendo ad esempio il torneo di Modena in finale su Forlì) e sicuramente ha sfruttato al meglio un calendario che la metteva di fronte a formazioni di quel limbo ancora indistinguibile che può oscillare tra play-off, play-in e play-out. Successi esterni a Vigevano e Nardò e vittoria casalinga con Cividale.
Più qualificanti le vittorie ottenute da Milano e Rimini. La prima sconfiggendo Fortitudo, Verona e Piacenza lancia segnali importanti in vista del prosieguo della stagione. Con un Alessandro Gentile così sintonizzato e un Giddy Potts sui livelli della stagione a Ravenna, la squadra di Marco Cardani potrebbe essere la grande rivelazione dell’annata.
Rimini con il cuore, le triple e la difesa
Piacenza e Bologna le ha sconfitte anche Rinascita e in più, c’è stata la vittoria all’esordio su Udine. Se Rimini, delle tre, è quella sulla carta meno sorprendente per i piani alti, per come è arrivata allo start del campionato e per come ha battuto la “Effe”, in una serata nella quale era priva di Tomassini e Robinson, il termine sorprendente non deve suonare sminuente se affiancato ai biancorossi di Sandro Dell’Agnello.
Quindi una vittoria che fortifica quella ottenuto domenica al Flaminio. Per il fatto di essere il primo in un derby, per le rotazioni ridottissime negli esterni, per il fatto che Marini, dopo un super avvio, si è rivisto solo nel finale e lo strappo lo han fatto altri e anche per il fatto che, come con Udine, la squadra era andata al riposo con più dubbi che certezze.
Sotto nel punteggio all’intervallo in entrambe le gare, i romagnoli hanno sfoggiato riprese mostre: 55 punti a referto contro i friulani e 46 domenica. La capacità di leggere le partite e adeguarsi è, quindi, significativa, poi c’è il talento, quello che fa tirare Rbt col 42% dall’arco dopo tre giornate. È tantissimo è determinante, ma non è l’unica chiave del successo. Da una squadra di attaccanti, Dell’Agnello sta ricavando difese capaci di subire 68.5 punti di media nei due duelli con le altre big. Se questa impronta resterà impressa, allora Rimini potrà sognare. La riprova l’avremo domenica nello scontro diretto con l’Urania Milano: RivieraBanca potrebbe regalarsi persino un primato solitario in classifica.
Forlì, doppio punto di partenza
Uscire vittoriosi dalle battaglie e dalle difficoltà unisce al momento Rimini e Forlì. Senza Dawson e trovandosi anche sotto di 11 punti nel terzo periodo, l’Unieuro si è messa in tasca due punti di platino strappandoli a Verona dopo quei tempi supplementari che ormai non sono solo un talismano di Antimo Martino e dei suoi ragazzi, ma indicano anche tanto ghiaccio nelle vene insito nei gruppi che sa costruire. E proprio la parola “gruppo” è quella più in evidenza ora sotto San Mercuriale. In attesa di continuità di gioco e rendimento dei singoli, il tecnico molisano fa bene a tenersi strettissimi i segnali di solidità che il suo collettivo sta iniziando a dare. Solidità fisica, di applicazione specialmente difensiva, di mentalità. Tutte precondizioni indispensabili a un’annata che vuole essere ancora una volta vincente.
Certo, tante cose sono migliorabili, a partire da due aspetti. Prima di tutto il tiro dalla lunga distanza nel quale, ancora, Forlì fa cilecca: appena 24% di squadra dopo tre giornate di campionato. Da giocatori come Pollone, Cinciarini, Gaspardo e Harper ci si può e deve aspettare di più.
Poi c’è proprio lui, Demonte Harper, per ora “croce e delizia” di Forlì. Domenica nella sua prestazione c’è stato tutto e il contrario di tutto: avvio sprint, rientro più freddo che mai dopo i precoci due falli, passaggi illuminanti e perse banalissime, momenti in cui il canestro sembra un miraggio e sfuriate decisive per l’aggancio nei tempi regolamentari. Viste le precedenti uscite, il suo è stato un passo avanti gigantesco, ma la continuità è ancora un obiettivo che dovrà per forza conseguire.
A partire da domenica prossima sul campo di Brindisi, in casa di una squadra che arriverà al match con due impegni sostenuti tra lunedì e oggi. Soprattutto, perdesse a Cantù, arriverebbe ancora a quota zero in classifica. Impensabile alla vigilia.