Nero, anzi nerissimo in volto dal primo all’ultimo minuto di quella che anche per lui è stata la peggiore serata di una lunga e felice esperienza forlivese, Antimo Martino affronta i microfoni a fine partita con sguardo decisamente accigliato. Trovare le parole è difficile, ma lui ci prova e le prime si rivolgono a tifosi forlivesi e dirigenza della Pallacanestro 2.015.
«L’analisi che posso fare passa dai complimenti a Rieti per la bella partita che ha fatto, ma anche dal chiedere scusa ai tifosi che ci hanno seguito al palasport o da casa e alla nostra società per la prestazione indecente che abbiamo fornito. Sono davvero rattristato, nulla, nessuna situazione con la quale siamo arrivati a Rieti, tattica o di gioco, può sminuire il fatto di provare vergogna per questa prestazione e chiedere scusa».
Su cosa non abbia funzionato in una notte spenta, Martino non sta a cavillare: «Mi risulta difficile parlare di aspetti tattici dopo una prova del genere, anche perché già venire a Rieti e iniziare 0-8, al di là del nostro successivo rientro, non è un buon modo per iniziare una partita. Non c’è un problema fisico, il problema è mentale, è quello di non riuscire a leggere quanto stava succedendo e adeguarci».
E poi, per un coach come il molisano che ha sempre fatto della caparbietà dei suoi gruppi un valore, l’arrendevolezza della ripresa è inaccettabile.
«Ancora più grave è stato mollare mentalmente davanti alle difficoltà, perché così si rischiano solo figure come questa. Ho perfettamente in testa le difficoltà di questo campionato, il “caso” non è perdere a Rieti, ma giocare così. Adesso il nodo è crescere tecnicamente e tatticamente».
© RIPRODUZIONE RISERVATA