Era difficile, lo si sapeva già. L’Unieuro ha scoperto sulla propria pelle quanto la Trieste di oggi non sia più lontana parente di quella della regular season e fallendo clamorosamente nel compito di “aprire la scatola”, è finta al tappeto.
«Complimenti a Trieste, per lo spessore di una gara che ne ha evidenziato tutto il valore a livello di individualità e collettivo e un grazie sentito al nostro pubblico e ai ragazzi della Curva che ci hanno sostenuto per tutta la gara - esordisce Antimo Martino -. Abbiamo fatto offensivamente una gran fatica. In difesa al 30’ avevamo subìto appena 48 punti da una squadra abituata a segnare e che stava anche tirando bene da tre, ma noi non facendo mai canestro, pur avendo contato almeno 7-8 tiri da fuori eccellenti con ritmo e spazio, facciamo fatica a mettere in difficoltà una formazione come quella triestina».
I demeriti biancorossi vanno messi a confronto coi meriti di una squadra molto attenta e sicura. «Sì, ma sulle nostre percentuali di tiro hanno inciso poco. È vero, però, che è una squadra che ha sempre taglia ed energia e per restare in questa serie dobbiamo sapere punirla e questo lo puoi fare solo con altre percentuali».
Cosa deve cambiare in vista di domani? «Bisogna subito pensare a garadue dove faremo una prestazione migliore cercando sempre di limitarla perché se, poi, dovesse tirare tutta la serie con queste medie, allora diventerebbe dura. Non dobbiamo deprimerci o pensare sia già finita. Pensiamo a tenere viva la serie, lo dobbiamo a noi stessi, alla stagione che abbiamo fatto e alla mentalità che abbiamo sempre avuto. Se poi Trieste ripetesse la stessa partita in termini di qualità, intensità e percentuali, allora le stringeremo la
mano e accetteremo il verdetto».
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