L’Unieuro sul solito campo minato di Rieti

«Quello di Rieti è un campo ostico in generale ma soprattutto per Forlì nella storia recente? Bene, allora mi auguro che come spesso accade i filotti prima o poi s’interrompano».

Esordisce con una battuta Antimo Martino nel presentare il match della sua Unieuro sul campo della Real Sebastiani Rieti: un sorriso a metà però perché all’imbocco della prima serie di tre gare in una settimana, a preoccupare è l’infermiera biancorossa.

«Affrontiamo una squadra di valore come ha dimostrato a Rimini senza Jarvis Williams e per noi è un bel test che affrontiamo, però, al termine di una settimana non bellissima - sospira il coach dei forlivesi -. Durante la gara con Ruvo alcuni nostri giocatori hanno subìto dei colpi che si sono fatti sentire anche nei giorni successivi e quello al gomito di Del Chiaro rende fortemente in dubbio la sua presenza in campo a Rieti. Valuteremo lui e anche Simone Pepe prima dell’inizio, ma certo non è stata una settimana di lavoro ideale anche se ringrazio i giovani che han fatto di tutto per rendere allenanti le sedute in palestra. Chiaro, dispiace che questi problemi arrivino alla vigilia di tre gare in sette giorni ma chi scenderà in campo dovrà sentirsi ancor più responsabilizzato».

Già, perché ecco il primo sprint dentro la maratona del campionato, al quale l’Unieuro arriva comunque con una condizione atletica generale in crescita. «Siamo al livello in cui pensavamo di essere, ma il ritmo partita lo si prende solo giocando gare vere. Più o meno la condizione ora è omogenea tra i nostri giocatori, a Cremona negli ultimi minuti e con Ruvo abbiamo già avuto un buon ritmo e sotto questo profilo sono abbastanza sereno». Ovvio, però, che a Rieti oltre a gambe e fiato servirà molta testa e intraprendenza, anche con accorgimenti tattici specifici legati alla quasi certa assenza di Del Chiaro sotto le plance.

«Se dovesse rientrare Williams, la Real Sebastiani si ritroverà con un pacchetto lunghi davvero importante - afferma Martino - e poi con Udom, Mian, Palumbo ha fisictà anche in altri ruoli. A Rimini l’ho vista davvero bene, ma se devo dire la verità, anche con Avellino, almeno all’inizio: anzi un avvio importante e di temperamento contro una squadra che probabilmente sarà protagonista. Il valore di Rieti è evidente, ma anche noi abbiamo qualità e le possibili assenze devono rappresentare un’occasione per la squadra di compattarsi, aiutarsi e dare tutti qualcosa in più».

A partire da Pietro Aradori? Il suo ingresso dentro l’Unieuro non è ancora da protagonista, ma neppure (e questo è un bene) da giocatore che voglia per forza prendersi la scena dall’inizio. «È un processo bilaterale che richiede tempo - analizza l’allenatore dei romagnoli -. Da un lato lui sta cercando di capire come inserirsi in una struttura di squadra che è molto diversa da quella della Fortitudo dove aveva al fianco dei lunghi e, in attacco, si giocava per lui che era la prima punta conclamata. Dall’altro noi, come squadra, dobbiamo progressivamente capire come innescarlo e sfruttarlo al meglio. Un processo non immediato per una squadra con 6 esterni, di cui due Usa, come la nostra, ma che si completerà. E noi non l’abbiamo firmato affinché fosse il nostro go to guy, ma per dare del valore».

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