L’Unieuro si sblocca e Harper è passato dalla notte... al giorno

Il primo passo in classifica è stato mosso e l’Unieuro l’ha accompagnato anche con un passo avanti a livello di distribuzione del gioco e continuità. Certo non è stato un andamento lineare quello della formazione biancorossa nei 40 minuti del match con la neopromossa Crifo Wines Ruvo di Puglia, ma il calo nella ripresa che aveva accompagnato tutte le uscite in campo dei romagnoli, non c’è stato e al di là di alcuni momenti di impasse figli in parte di allentamento della tensione agonistica e in parte del rallentamento nella circolazione della palla, l’inerzia del match è stata sempre saldamente in mano ad Harper e compagni.

Un giocatore ritrovato

Per ora può bastare, ma i progressi andranno confermati e affinati già dalla prossima trasferta sul campo di Rieti degli ex Pascolo e Parravicini, squadra anch’essa alla ricerca di una dimensione continua, ma capace di un blitz pesante domenica al Flaminio.

L’attenzione è già proiettata su questa nuova tappa del percorso, ma un passo indietro è doveroso farlo proprio in riferimento allo statunitense, ormai “esterno tuttofare”, della truppa di Antimo Martino. Proprio Demonte Harper, infatti, è la stella che brilla di più nel firmamento forlivese d’inizio stagione e se pensiamo alle critiche che ricevette un anno fa sin dall’inizio della sua avventura alla Pallacanestro 2.015 (e che lo accompagnarono almeno sino alla prima metà di marzo), siamo davanti a due realtà agli antipodi.

L’Harper di fine estate 2024 non è neppure lontano parente di quello che il pubblico sta ammirando adesso e che ha impattato con estrema convinzione ed efficacia l’annata in corso già dalle uscite amichevoli d’agosto. Basti pensare ai 30 punti contro Pistoia nella finale del torneo di Modena.

Numeri e metamorfosi

Le sue statistiche nelle prime tre gare ufficiali, Supercoppa compresa parlano chiarissimo: 20 punti di media contro i 7.3 delle prime tre uscite dell’anno scorso, 63% contro 28.5% nel tiro da due, 43.7% contro 18% nelle conclusioni dall’arco, 3.3 assist di media contro i precedenti 2.6. Il tutto va a formare un abisso nell’indice di valutazione tra l’Harper di oggi e quello di dodici mesi orsono: 18 di media in questa fase a fronte di un imparagonabile 3.6 l’anno scorso.

A cosa si deve questo passaggio dalla notte al giorno? I fattori possono essere molteplici a partire da un’evidentissima serenità che accompagna volto e movenze dell’ex Tortona. Harper gioca tranquillo, sicuro di sé e della presa che detiene sulla squadra, quasi rilassato o ”chill” come dicono i Gen Z.

Un giocatore in piena comfort zone personale. Basta questo a spiegare tutto? Forse no, perché pesa anche quell’aspetto più volte rimarcato da Martino e dal general manager Pasquali durante il campionato scorso. Per rendere al meglio, l’uomo di Nashville aveva davvero bisogno di quella maggiore dotazione di qualità e potenziale offensivo tra gli esterni, di cui l’Unieuro si è dotata reinserendo Allen e acquisendo Aradori e Pepe? A quanto pare sì, Harper sale quando il livello cresce attorno e con lui.

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