L’Unieuro ha fatto il massimo e ora è attesa da tanti quesiti

Lo aveva doverosamente ricevuto nel 2023, arrendendosi solo in finale a un avversario superiore come Cremona, torna a guadagnarselo tutto anche in questa stagione. È l’onore delle armi, consolazione che oggettivamente non consola, ma tributo doveroso e dovuto che l’Unieuro, all’indomani della sconfitta in garaquattro di semifinale con Rimini che pone fine al proprio campionato, si è meritata senza se e senza ma.

È un’eliminazione che lascia un retrogusto amaro per tanti motivi, ma nessuno di questi riguarda quanto la squadra di Antimo Martino ha mostrato in campo da fine gennaio in poi e in play-off nobilitati dall’impresa corsara di garacinque a Cividale. La semifinale è il traguardo che Forlì poteva raggiungere facendo il massimo (e forse anche qualcosa in più) e, visto il livello dell’A2, non era detto lo raggiungesse. Vi è riuscita, ha giocato 4 gare alla pari con RivieraBanca e per tentare di fare davvero un passo in più, e conquistare una finalissima che avrebbe avuto del clamoroso per le risorse tecniche dei biancorossi, sarebbero serviti 3 ingredienti di cui due sono dolorosamente mancati.

Due ingredienti sono mancati

Il primo è un’avversaria diversa rispetto agli attrezzatissimi, profondissimi e talentuosissimi riminesi ma a dire il vero se fosse stata Cantù sarebbe stato uguale se non peggio, il secondo è il fattore campo, di cui l’Unieuro non ha potuto beneficiare e che forse avrebbe potuto spingere Perkovic e compagni oltre i limiti che stanchezza e guai fisici hanno loro imposto. Sì, perché il terzo ingrediente va sotto la dicitura “infortuni”: le gare saltate o giocate dalla guardia croata e da Daniele Magro solo per lodevole sacrificio personale in condizioni che non lo avrebbero consentito, non hanno permesso ad Antimo Martino di giocarsela a pari condizioni. E questa, per la Pallacanestro 2.015, inizia ad essere una maledizione. Restando solo agli ultimi 3 anni, prima Vee Sandford e il suo infortunio muscolare in garauno dei Quarti con Chiusi (tornerà con Udine ma a mezzo servizio), poi i due turni dell’anno scorso senza Kadeem Allen e adesso Perkovic e Magro.

L’Unieuro ha fatto il massimo

Davvero, più di quanto ha fatto era difficile chiedere a una squadra che a gennaio non dava l’impressione di poter crescere, tecnicamente e in mentalità, come invece ha fatto. L’amarezza, semmai, sta in tutto ciò che ha accompagnato il cammino dei biancorossi. Complici la resa in campo e i problemi fisici di Dawson e Harper (vittima di un inammissibile atto vandalico a gennaio), l’incerta gestione della fase a tre stranieri, gli alti e bassi di molti italiani e le sconfitte “buco nero” patite in trasferta, la squadra non ha mai goduto di una vera fiducia della piazza e il clima è sempre stato freddo. Salvo poi esplodere in concomitanza con le porte chiuse della scorsa settimana e il comunicato contro i tifosi violenti diffuso dalla società.

Un clima che l’estate riscalderà? Fermi un attimo, perché al compimento del suo 10° anno di vita, questa sarà l’estate nella storia della Pallacanestro 2.015 con più domande aperte di tutte. E le risposte servono in tempi rapidi e con passo deciso proprio per ridare spinta anche all’ambiente.

Un’estate ricca di domande

Le elenchiamo rapidamente. Resterà l’abbinamento, fondamentale, con Unieuro? Il vociferato passo indietro di Giancarlo Nicosanti dal ruolo non di socio, bensì di presidente, porterà a nuovi assetti e ruoli societari? E con quali, eventualmente nuovi, orizzonti? Il budget, colpito duro da due derby a porte chiuse, si potrà alzare o resterà sempre inferiore a quello delle formazioni che puntano alla promozione? Renato Pasquali nella sua funzione di general manager resterà onorando l’altro anno di contratto in essere? Anche se pare improbabile proprio in ragione delle incertezze di budget, arriverà un direttore sportivo? E Antimo Martino sarà davvero il primo coach della storia della pallacanestro forlivese a fare 4 anni consecutivi in panchina, onorando l’ultimo anno di legame oppure, se il club non riuscisse ad alzare l’asticella degli obiettivi, cercherà nuove sfide altrove? Il mercato è già iniziato, servono risposte veloci.

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