L’Unieuro è decisa ad uscire dalla crisi e lo vuole fare con Martino in panchina

Non subiva 93 punti dalla trasferta di Verona del 16 gennaio scorso e non perdeva l’ultima partita dell’anno solare dal 2019, quando fu Orzinuovi a passare 96-92 al Pala Galassi. Al di là dei riscontri storico-statistici, però, la sconfitta patita domenica per mano del Gruppo Mascio Bergamo, è pesantissima non solo per le ripercussioni che ha avuto sulla classifica dei forlivesi scivolati di due posizioni sino al 17° posto ma per l’immagine di sé che la formazione biancorossa ha fornito.

Una squadra spenta, vuota, in balia di ogni minima situazione avversa e, in generale, dell’avversaria, che porta inevitabilmente a riflettere sul futuro anche della sua guida tecnica. La Pallacanestro 2.015, però, ribadisce anche se non con note ufficiali, la propria fiducia in Antimo Martino.

Il suo compito è quello di vincere a tutti i costi il delicatissimo scontro diretto casalingo di domenica con Cremona, dando vita a un gruppo al quale, come se fosse un flipper, basta avvertire il primo scuotimento, senza che sia neppure uno scossone, per andare in tilt. Un refrain che, soprattutto in trasferta, si ripete quasi da inizio stagione, perché l’impressione sbiadita dell’Unieuro di domenica non è troppo diversa da quella avuta nel match inaugurale a Cremona o, peggio, in quello della terza giornata a Rieti.

Questa circostanza impone domande serie. Le squadre allenate da Antimo Martino hanno avuto sempre tre caratteristiche distintive: crescere a stagione in corso, lottare anche nelle serate meno felici e sapere reagire nei momenti difficili dei match, al punto che spesso un time-out dell’allenatore portava a un cambio di marcia subitaneo. Tutto questo, a girone d’andata concluso, nell’Unieuro 2025-2026 non si vede. Forlì non è migliorata, di ardore agonistico non c’è traccia e davanti agli stimoli il gruppo pare inerte, incapace di recepirli o, comunque, di tradurli in una reazione.

L’esemplificazione più nitida e dura di un ambiente mentalmente al tappeto, piegato dalla delusione, rassegnato, l’hanno inconsapevolmente fornita le telecamere del service Lnp Pass di Bergamo quando a 3’30” dalla fine, sul time-out chiamato da coach Ramagli, hanno indugiato sulla panchina di Forlì. Martino parla coi suoi assistenti, poi si siede, prende la lavagnetta, riflette a lungo, dice due parole ai suoi giocatori, abbozza uno schema, pensa, lo cancella, dice un’altra frase secca e finisce il tempo. Il match era compromesso (91-72), ma l’immagine colpisce comunque, rattrista. Un momento come quello non lo merita in primis Martino stesso, che sulle scelte estive ha ovviamente delle responsabilità, ma che ha sempre fatto di tutto per trovare la quadra.

La Pallacanestro 2.015 è convinta possa ancora riuscirci. Martino gode prima di tutto della fiducia, tecnica e personale, del presidente Giancarlo Nicosanti, il quale non ne mette in discussione la posizione. Ovviamente spetterà al plenum della Fondazione assumere una decisione, ma l’orientamento è proseguire con il tecnico molisano, inevitabilmente attendendosi un successo con Cremona.

La priorità è su due altre azioni. La prima è un confronto chiaro, aperto, diretto, tra la società e la squadra che probabilmente avverrà oggi alla ripresa degli allenamenti. La seconda è un’accelerazione delle operazioni di mercato, per inserire un esterno nei tempi più rapidi possibili, anche a costo di posporre l’uscita di Angelo Del Chiaro.

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