L’Unieuro con Piacenza per continuare la sua riscossa

Abbinare i due punti a una prestazione solida e possibilmente regolare nell’arco dei 40 minuti. È quanto l’Unieuro cerca dal match che la vedrà tornare tra le mura amiche per sfidare un’Assigeco Piacenza ultima in classifica, obiettivamente in difficoltà sin da inizio stagione, ma tutt’altro che da ritenersi una vittima sacrificale.

In questo campionato di A2 non ne esistono e Forlì non può illudersi che sia tale. Non può permettersi di considerarla a questa stregua, tantomeno ora che prova a innescare una nuova marcia nel suo cammino. «Arriviamo a questo match dopo la seconda settimana consecutiva a ritmi normali, il che ci ha permesso di lavorare come prima non avevamo potuto e siamo contenti di come lo abbiamo fatto, dell’intensità con cui ci siamo allenati – afferma il coach dei biancorossi, Antimo Martino - Ci siamo preparati al meglio per una partita da affrontare con grande determinazione, senza commettere l’errore di guardare alla classifica. È così che vogliamo affrontare Piacenza, una formazione che arriva sempre a contatto con le sue avversarie nei finali».

Avvertenza d’obbligo dopo quanto successo in casa dell’Urania Milano in un incontro apparentemente sotto controllo a metà terzo periodo e, poi, diventato complicatissimo. «Quella di oggi non può essere una gara che finisce dopo tre minuti, ci sarà bisogno di pazienza, di attenzione contro una squadra molto atletica, di bravura nel provare sempre a imporre il nostro gioco e la nostra esperienza senza fare l’errore, inconscio, di non rispettare l’avversaria. Questo non è un semplice passaggio per arrivare, poi, alla trasferta di Cremona».

Durante la settimana, Martino ha posto grande attenzione a questi dettagli nella ricerca di quella continuità, specialmente offensiva, che ancora manca. «Abbiamo lavorato su difesa e attacco, ma offensivamente abbiamo cercato di aggiustare i nuovi equilibri, perché il sistema inevitabilmente risente dei cambiamenti intercorsi sinora. La qualità del nostro gioco, da quando siamo al completo, è migliorata e, con essa, la capacità di coinvolgere tutti i giocatori, di trovare più protagonisti nell’arco di una gara. Torino, Milano per almeno 25 minuti e anche Cantù al di là degli episodi finali, sono state partite nelle quali non possiamo essere contenti di ciò che abbiamo fatto».

Ciò in cui si può ancora crescere è facile da individuare e l’allenatore dell’Unieuro lo ammette: «La squadra deve migliorare nella gestione in alcuni momenti difficili delle gare, trovando più serenità e fiducia in se stessa, evitando di fare tre o quattro errori consecutivi che, poi, cambiano l’inerzia delle gare. Questo si traduce anche nella capacità di “uccidere” le partite quando le si ha sotto controllo nelle situazioni in cui si ha la possibilità di farlo».

Spesso l’uomo che assolveva a questo compito era Daniele Cinciarini, ma anche a Milano lo si è visto molto lontano dai suoi standard. «Abbiamo infinita fiducia in lui, perché ci ha sempre dimostrato di esserci nei momenti decisivi – commenta il coach - Nelle ultime settimane ha avuto prima un affaticamento muscolare a una gamba, poi il problema alla spalla e ne è stato penalizzato, ma sono convinto che già da oggi Daniele potrà tornare a dare il proprio contributo, anche perché specialmente quest’anno crediamo possa essere per noi il valore aggiunto».

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