L’Unieuro ci crede e va all’assalto di Cividale

«Il livello di questi play-off parla da solo, questo primo turno è una semifinale degli anni precedenti. Da oggi sfidiamo una finalista di Coppa Italia e dobbiamo vivere questo momento contenti di esserci, di certo non appagati ma sereni, pronti a dare tutto, a combattere e a crederci: questo è ciò che conta per me, per andare avanti dovremo meritarci di battere Cividale, ma se sarà lei più brava di noi, lo accetteremo con intelligenza e sportività».
Mette subito le cose in chiaro Antimo Martino a poche ore dalla prima palla a due tra la sua Unieuro e la Gesteco Cividale: in un play-off elitario come non mai e dal quale sono rimaste escluse Verona e Pesaro, tutto può succedere e il risultato che emergerà va meritato e accettato. Affinché sia favorevole ai biancorossi, serviranno almeno tre prestazioni da grande squadra e una serie intera giocata all’insegna di due capisaldi imprescindibili e dal peso finanche superiore ai mille risvolti tattici che affrontare una squadra atipica come quella friulana, comporta: testa e agonismo. «Arriviamo a questo appuntamento in buone condizioni e dobbiamo farci trovare pronti, avere la forza nel momento più difficile della stagione, di superare questo che a volte è stato il nostro limite – ammette il coach dei romagnoli - Se c’è una squadra che gioca con grande agonismo, questa è proprio Cividale: c’è sempre un momento in ogni sua partita, nel quale alza esponenzialmente il volume dell’ energia, dell’aggressività e dell’entusiasmo e quando arriverà, con Rota e Dell’Agnello che aumenteranno il loro tasso di agonismo, noi dovremo essere tutti pronti a fronteggiarlo con calma davanti a queste situazioni, reagendo intelligentemente, pareggiandone l’energia, difendendo forte in uno contro uno e limitandone l’impatto a rimbalzo».
Sì, perché nei play-off si può aggiustare tanto di gara in gara, ma questa è la precondizione quando si sfida una squadra che oltre ad essere atipica nel suo modo di stare in campo, è anche furba. L’Unieuro, sulla carta, può contrapporle la propria maggiore esperienza, ma questa come deve essere declinata sul parquet? In queali forme e aspetti deve essere fatta valere? «L’ho detto alla squadra: l’esperienza è importante solo se sei in grado di sfruttarla – annuisce Martino - Prima di tutto non conterà nulla se giocheremo a un livello di energia più basso come ci è successo a Cento, ad esempio, avrà un valore quando dimostreremo di metterla in pratica non andando in difficoltà in un momento difficile, non avendo mani tremolanti nelle fasi cruciali, dimostrando la forza mentale di non cadere in provocazioni in episodi che non dipendono dal nostro controllo. È questo il vantaggio che l’esperienza può darti, ma solo se non vai sotto a rimbalzo e in uno contro uno, perché altrimenti non te ne fai niente».
Dai mezzi lunghi del “Pilla” a due frombolieri come Redivo e Lamb, le chiavi tattiche sono molteplici e tanti, anche, i modi in cui Forlì può interpretarle, in attacco e difesa. «Sì, avremo vantaggi e svantaggi, però la capacità e l’abitudine ad adeguarci ce l’abbiamo. Come già in passato, saranno gare molto combattute ed equilibrate e quindi ciò che farà la differenza saranno i dettagli, la condizione mentale, la capacità di gestire l’emotività all’interno di questa serie».