Dole e Unieuro tra sfide degli ex e un occhio vigile sul mercato

È un treno che viaggia veloce verso incroci importanti e sfide cariche di motivazioni personali decisamente significative, quello del campionato di serie A2. Il calendario avvicina a Dole e Unieuro due trasferte chiave ad Avellino e Bologna, casa la prima di un ex come Alessandro Grande, molto amato dalla tifoseria riminese, ma andatosene in estate non senza qualche incomprensione di troppo con la società, e dimora per sei anni intensissimi di Pietro Aradori la seconda, e il verdetto del parquet non sarà di poco conto sugli equilibrio di una classifica che inevitabilmente inizia ad allungarsi lasciandosi dietro entusiasmi inaspettati e delusioni imprevedibili.

Al primo insieme fanno riferimento quattro squadre: Pesaro, Rieti, Cento e Cividale, accomunate da gioie che hanno fondamenta diverse, ma che le rendono al momento tutte più che sorridenti. Partendo proprio dalla capolista Vuelle che, trascinata da un Matteo Tambone cecchino dall’arco e da un Lorenzo Bucarelli tornato sui livelli tenuti sino a due anni fa, è passata a valanga anche a Milano e, ora, tenta la prima, vera mini-fuga salendo a +4 sulle inseguitrici. Capolavoro di Spiro Leka, senza ombra di dubbio.

Torna a fare capolino ai piani nobili Cividale, che dal rientro di Deshawn Freeman è obiettivamente tutta un’altra squadra rispetto a quella d’inizio stagione, e spalanca gli occhi scoprendo che è tutto vero la grande rivelazione Cento di Emanuele Di Paolantonio. Battuta anche la Fortitudo con una super ripresa e un Edoardo Tiberti che, dopo una carriera in B, viaggia a 10 punti con il 71% da due al piano di sopra, a dimostrazione che i giocatori vanno cercati esulando dal cerchio dei soliti noti, ma forse anche suggerendo che tutto questo “livello super” nell’A2 di quest’anno è più narrazione che realtà di fatto.

L’ultima delle quattro a gioire, poi, è Rieti. Non solo perché vincendo a Cremona torna nel gruppo delle seconde, ma soprattutto perché la Fip ha revocato le porte chiuse al Pala Sojourner conseguenti all’omicidio dell’autista del pullman dei tifosi di Pistoia, Raffaele Marianella. Sabato con Milano, tornerà a giocare davanti ai propri tifosi.

Chi ha, invece, il muso lungo? Più d’una a iniziare da Torino in serie negativa da cinque gare, per continuare con Scafati, che perde a Bergamo e nonostante un tourbillon di cambi, proprio non decolla, e proseguire con la prossima avversaria di Rimini. Ad Avellino non basta recuperare JJ Chandler per evitare la sconfitta casalinga per mano di Mestre. Un ko che costa la panchina a Maurizio Buscaglia, esonerato. Al suo posto, già da domenica contro Rbr, ci sarà Gennaro Di Carlo, la scorsa stagione subentrato in corsa anche alla Libertas Livorno. Ci sarà anche Chandler? Il dubbio sorge e non riguarda le sue condizioni fisiche, perché l’americano secondo radio-mercato è nel mirino di Varese in serie A. Si parla di un possibile scambio con Stefan Moody, che però è un play e alla voce non diamo troppo credito.

Così come, al momento, non ci sono riscontri di un interesse concreto dell’Unieuro Forlì per Giovanni Pini, il centro del 1992 che domenica ha giocato solo quattro minuti con gli irpini e che pare sulla porta d’uscita dal club dopo una prima fase di campionato ad appena 1,6 punti in poco più di 7 minuti a gara. Con lui Antimo Martino ha vinto il campionato con la Fortitudo, vero, ma oggi cosa cambierebbe per Forlì? Poco o nulla, diciamolo.

Tornando a Moody di Varese, invece, non sembra rientrare nei radar di Rimini, anche per ragioni atletiche (alto 178 centimetri, si cerca chi dia più fisicità). La ricerca di un play prosegue a tutto campo, ma il poter acquisire, adesso, un giocatore con passaporto europeo lascia il campo ristretto. Ovvio che qualcosa succederà, ma non in vista di Avellino e, verosimilmente, dell’infrasettimanale a Cento. Dopo, però, c’è la sosta causa rinvio del match con Cividale: sarebbe (e forse sarà) il momento giusto per effettuare un innesto che, comunque, serve alla squadra biancorossa.

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