Basket A2, Xavier Johnson a ruota libera e c’è tanto di suo nell’Unieuro

Una piccola macchia sul vestito da cancellare e che lui stesso desidera far dimenticare, non può togliere nulla a un 2024 da protagonista della corsa di vertice dell’Unieuro. Sì, perché il timore seguito all’espulsione di metà terzo periodo nel durissimo match contro Rieti che gli è costata, fortunatamente per la Pallacanestro 2.015, una giornata di squalifica commutata in sanzione pecuniaria, non fa forse che confermare quanto sia diventato importante per i biancorossi Xavier Johnson.

Un giocatore partito non in sordina, ma di sicuro accompagnato da un malcelato scetticismo della piazza che, nonostante presentasse nel curriculum vitae una promozione in serie A ottenuta due anni fa con la canotta di Verona, inizialmente non considerava la sua diversità dal predecessore Adrian come un valore.

Numeri, ma non solo

Invece basta guardare alle statistiche del lungo losangelino per accorgersi che sia alla voce rimbalzi (totali e offensivi, pari rispettivamente a 8.7 e 2.6), sia in quella del tiro dalla lunga distanza (34.7%), “Saverio” sta scrivendo proprio con Forlì i suoi “best” di una carriera italiana giunta alla quarta tappa. Antimo Martino e il presidente Giancarlo Nicosanti non possono, dunque, che leccarsi i gomiti per la scelta estiva. Incisivo come non mai a rimbalzo e nel tiro da tre punti: bingo!

Numeri, poi che salgono ulteriormente da inizio anno solare. Da gennaio Johnson ha migliorato gran parte delle sue cifre, viaggiando a 15.4 punti, 9.6 rimbalzi, 86.2% ai liberi e 18.5 di valutazione.

Messaggio ai detrattori

«I miei progressi maggiori sono nel tiro da fuori. Quest’anno ho cercato di dimostrare di poter essere anche un tiratore, pure dal palleggio, aspetto sul quale ho lavorato molto in allenamento. Mi piace fare capire alla gente che si sbaglia su di me, mi piace la sfida perché i rimbalzi erano più nelle mie corde. Penso di essere un giocatore più maturo e completo, anche se sul modo di giocare dipende molto dal coach che hai».

Con Martino il prodotto del College di Colorado ha fatto un’ulteriore evoluzione. «Mi sento più libero, gioco anche più lontano da canestro, posso creare. Martino ha fiducia in me e quando c’è reciprocità da questo punto di vista è bellissimo: se l’allenatore ti fa sentire fiducia e ti consente di fare emergere le tue qualità, allora tu credi di più in te stesso».

Una dimensione nuova per lui e alla base c’è ancora una volta Martino. «Gli sono grato, mi piacciono i coach che vogliono che io sia me stesso, ma desiderano anche che riesca a migliorare. Lui prima che questa stagione iniziasse, mi ha detto che se io avessi tirato bene, allora tutto sarebbe andato bene. Gli sono grato, perché a 30 anni il gioco rallenta dopo avere corso moto da giovani e io sto arrivando nella fase della mia carriera in cui devo capire di più quando e come attaccare. E ci sto riuscendo, sto cominciando a essere un giocatore migliore».

Migliore, ma quel vuoto di sceneggiatura di domenica contro Rieti? «A volte l’emozione della partita mi sovrasta - sorride Johnson -. Ho avuto una reazione dopo un mio errore e anche questa è stata un secondo errore: devo imparare a essere un leader migliore per la squadra, tenendo un po’ più la testa a posto perché la mia energia serve all’Unieuro. Devo restare a un giusto livello emotivo, anche perché, d’ora in poi, il gioco diventerà sempre più duro. E anche per gli arbitri sarà più difficile fischiare».

E per i compagni che hanno vinto anche per lui, è già pronto un ringraziamento. «Una pizza o una cena di sushi per tutti, adesso vediamo» promette Johnson.

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