Basket A2, Unieuro, Torino e le tredici vittorie in casa: la storia si ripete e i due tabù non cadono

Dopo avere sfatato in due stagioni tanti tabù, ce n’è uno che persiste e impedisce all’Unieuro di fare lo scatto decisivo verso il primo posto finale. Questa “bestia nera” si chiama Basket Torino, che per la quarta volta consecutiva (la terza al Pala Galassi) ha sconfitto la Pallacanestro 2.015 tra Coppa e fase a orologio del campionato di A2.

Una vittoria, quella ottenuta domenica dai piemontesi, limpida e meritata: da un lato impedisce ai forlivesi di avvantaggiarsi in classifica grazie alla sconfitta interna della Fortitudo con Rieti, dall’altro pone fine a quota tredici alla serie di vittorie casalinghe dell’Unieuro. E anche questo è un tabù che non è stato infranto: già nel 2020-2021 con Dell’Agnello in panchina, Forlì restò imbattuta in casa per tredici gare, poi al quarto turno della fase a orologio arrivò Udine e violò il Pala Galassi.

Camara in arrivo

Da allora quel campionato prese una mesta piega, in questa non ci sono indizi che lo lascino presagire, anzi la società di viale Corridoni sembra avere un colpo in canna: l’inserimento del quasi 23enne centro senegalese di formazione italiana Gora Camara. L’accordo per portare sotto San Mercuriale il 2.14 di proprietà della Virtus e in forza a Treviso, sembra essere stato raggiunto, ma c’è ancora un punto interrogativo su quando potrà unirsi a un gruppo di cui conosce già bene Fabio Valentini e il vice allenatore Andrea Fabrizi, con lui a Casale dal 2019 al 2021. Potrebbe essere questione di giorni o un paio di settimane. Dipenderà da quando Treviso inserirà un sostituto italiano nel ruolo, con Magro favorito, ma ancora non dato in partenza imminente dalla JuVi Cremona.

Prova sottotono

Se questo è il futuro ancora da definire nei dettagli, il presente parla di una Unieuro che arriva alla semifinale di Coppa Italia contro Cantù (reduce dal secondo, inatteso ko in fila a Chiusi) con la necessità assoluta di recuperare Kadeem Allen. La sua assenza, unita ai lunghi minuti con Cinciarini ko per un profondo taglio alla fronte, hanno tolto tante certezze e riferimenti ai biancorossi, fatalmente bloccatisi a inizio quarto periodo, il momento in cui Torino ha piazzato il 13-0 nei primi 5’20” che ha girato definitivamente il match dalla sua.

Non è stato, però, un solo momento a rendere sottotono la prestazione forlivese. La difesa, da sempre chiave dei successi della Martino-band è stata troppo ondivaga, non mettendo sull’avversaria quella attenzione e quella presenza fisica costante che il coach pretende e di norma ottiene.

«Bisogna fare i complimenti a chi ha meritato la vittoria, soprattutto per quanto fatto nella ripresa - ammette Antimo Martino. Noi non abbiamo giocato una gara di qualità nell’arco dei 40’ non abbiamo fatto le scelte giuste, abbiamo avuto molti giocatori sotto il proprio standard e la contemporanea assenza di Allen e Cinciarini da metà terzo periodo, ci ha portato a cercare soluzioni affrettate dal perimetro nel contesto di un match che già era difficile. Questa situazione ha esasperato le nostre difficoltà».

Da un ko che brucia, ma che non pesa per ora sul futuro, come si esce? «Accettiamo il responso del campo e andiamo avanti. Avremmo voluto mantenere l’imbattibilità interna, ma questo risultato ci ricorderà che quando vinciamo è perché facciamo le cose in un certo modo, ma anche che non siamo una squadra così forte che può vincere anche giocando male per 20 minuti come domenica».

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