Basket A2, RivieraBanca ha i suoi grossi problemi ma anche l’Unieuro non è esente da pecche

Si chiude con una doppia sconfitta il girone d’andata del campionato di A2 di Unieuro e Riviera Banca. Risultati che potevano anche essere preventivabili vista l’oggettiva difficoltà dei rispettivi impegni a Trieste e Udine e che l’ìmpatto maggiore lo riversano sulla classifica delle due romagnole più che sul giudizio da riservare alle loro prestazioni.

La situazione sopra e sotto

Al primo giro di boa, infatti, la squadra di Antimo Martino si ritrova al terzo posto, ma soprattutto in una sorta di “mucchio selvaggio” che raggruppa le prime sei nel fazzoletto di appena quattro punti. La contemporanea vittoria di Verona al Pala Dozza, nello scontro con la capolista Fortitudo, e la settima consecutiva di Nardò ottenuta ancora una volta in volata su Chiusi, rende impossibile una lettura precisa dei valori che, ai piani alti, sono sinora emersi e di come potrebbero definirsi lungo il prosieguo della stagione.

Bologna, Trieste, Unieuro, Udine, i sorprendenti pugliesi ancora privi del capocannoniere Russ Smith e comunque quinti in classifica e una Tezenis che è sì sesta ma ha battuto tutte le prime quattro nel girone d’andata, potrebbero continuare a camminare quasi affiancate ancora a lungo. Potrebbero, ma tutto è davvero relativo quest’anno.

Al contrario per Rbr la conseguenza indiretta, ma importante, di un ko maturato in assenza di Justin Johnson e rimanendo in scia sino agli ultimi secondi in casa di una Apu vogliosa di vendicare la sconfitta al supplementare del Pala Galassi, è il distacco dalla zona play-off che aumenta. Mancano ancora 21 partite e sono un’enormità, ma Tomassini e compagni hanno 6 punti di distacco dall’ottavo posto di Cento. Considerando che è sugli estensi e Piacenza (anch’essa a quota 10) che va fatta la corsa, è indispensabile non solo tornare a vincere questo fine settimana con l’Assigeco al Flaminio, ribaltando il -8 dell’andata sarebbe poi l’ideale, ma anche trovare un filotto positivo che possa davvero rappresentare la svolta e dare la carica per la rimonta.

Qualcosa si è mosso

Sotto questo aspetto, RivieraBanca può considerare la sconfitta di Udine come un punto di ripartenza. L’atteggiamento della squadra di Dell’Agnello, mai domo, è quello che tecnico e pubblico desiderano vedere, sono state evidenti una maggiore fluidità e sicurezza di sé in attacco, la maggiore presenza in area e nel clima della partita di Simioni è un bel segnale, così come il piglio di un Grande ritrovato sia in regia che a livello realizzativo.

Va detto, però, che al netto di rotazioni corte e valore dell’avversaria, 92 punti subiti non sono previsti nel dizionario di “Sandrokan” e sulla capacità di sporcare le partite e provare a vincerle subendo un canestro in meno rispetto al realizzarne uno in più, c’è ancora molto lavoro da fare. A maggiore ragione considerando che negli ultimi 4 minuti Marks non ha più segnato e sulla necessità di trovare il leader e il riferimento nelle gare punto a punto, la situazione non pare cambiata. Il ritorno di Justin Johnson domenica con Piacenza, farà capire molto di più su come sta evolvendo Rimini.

Quel -17 che stride

E di miglioramenti ne deve fare ancora molti l’Unieuro anche se, nel terreno delle gare ruvide, anche a Trieste ha dimostrato di saperci stare. A fare storcere il naso è come i biancorossi abbiamo reagito alla consapevolezza, negli ultimi 3 minuti, che la partita era ormai scivolata. Ogni gara va giocata fino in fondo, non ci si può permettere di sbragare, tanto più contro una squadra con cui alla fine della regular season, la differenza potrebbe pure farla la differenza canestri. E un -17 è ben altra cosa rispetto a un potenziale scarto di 5-6 punti.

Per il resto se Xavier Johnson sta diventando sempre più importante nell’economia del gioco forlivese, Trieste non ha visto riaccendersi le luci che potrebbero fare assumere altri colori al campionato dei biancorossi. Valentini ha messo due triple in momenti non banali del match, ma poco altro e tira esclusivamente da fuori. Dove sono finite le sue zingarate che fecero tanto effetto un anno fa? E se il pensiero va sui lunghi, le perplessità non mancano. Il rendimento della coppia Zilli-Pascolo resta ben al di sotto delle attese e coach Martino va sempre di più con i quintetti che alternano quando conta il trio Johnson-Radonjic-Pollone per due posti vicino a canestro. Appena tre minuti in campo Zilli nella ripresa, quattro nel terzo periodo e i primi tre del quarto parziale per “Dada” che, dei due è colui dal quale c’era da attendersi ben altro contributo. Il Pascolo di Forlì non è neppure lontanamente parente non tanto di quello della serie A, ma solo di quello visto pochi mesi fa a Piacenza. L’Unieuro deve recuperarlo se vuole continuare a veleggiare ai piani alti tra una concorrenza agguerrita più che mai.

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