Basket A2 play-off, L’Unieuro e un’impresa che viene fatta solo da pochi

Non poteva trovare modo migliore per celebrarli e festeggiarli. Anzi era l’unico modo possibile affinché passato, presente e futuro si legassero tra loro senza che la nostalgia e il mero ricordo fine a se stesso, prevalessero nello stato d’animo di una città che guarda molto spesso (a volte troppo) alle proprie spalle, ma che avrebbe (anzi ha) un gran bisogno di vivere di oggi, e soprattutto, di domani.
Doppia ricorrenza
Mercoledì sera, 21 maggio, ricorrevano i 30 anni esatti dall’ultima promozione in serie A del basket forlivese e ieri, 22 maggio, la Pallacanestro Forlì 2.015 ha spento le sue prime 10 candeline. Due ricorrenze che l’impresa dell’Unieuro a Cividale ha onorato al meglio, per non dire al massimo visto che, come regalo, non ne è derivata solo una semifinale promozione, ma un derby di semifinale contro Rinascita Basket Rimini. La serie che tutti i tifosi, dell’una e dell’altra sponda, si auguravano di vedere e di vivere, quella che per Rimini può voler dire una rivincita attesa dal 1995 e, per Forlì, riaffermazione dopo 30 anni da quel 3-0 firmato Olitalia e Andrea Niccolai. L’uomo che, non a caso, il 22 maggio 2015 era presente al tavolo del Municipio assieme a Giuseppe Rossi, Giuseppe Silvestrini, Giancarlo Nicosanti, Gigi Garelli e l’allora presidente di Lnp, Pietro Basciano, nel tenere a battesimo di fronte al sindaco Davide Drei e all’assessore allo Sport, Sara Samorì, una nuova società nata dalle ceneri del disastro Fulgor Libertas e dall’onta Massimiliano Boccio.
Quella società, ripartita dal diritto di serie B di Lugo, pochi giorni dopo prenderà il nome di Pallacanestro 2.015 attraverso un sondaggio cui parteciparono, invero, pochi “speranzosi”. Quella società, però, 10 anni dopo è in semifinale per la serie A e di nuovo contro Rimini e, nel frattempo, è risalita in A2 al primo colpo, ha conquistato due Coppe Italia, ha disputato nel 2023 una finalissima per la serie A. Ora vuole provare a giocarsela di nuovo, ma intanto, quello che ha potuto festeggiare ieri, è stato davvero un buon 10° compleanno.
Adesso Forlì fa paura
E a permetterglielo sono stati Antimo Martino e un gruppo “mai così gruppo” come quello visto per tutta la serie dei quarti con Cividale e espressosi all’apice della sua compattezza in una “bella” affrontata senza alcun vantaggio rispetto agli avversari. Alla prevedibile assenza di Doron Lamb per la Gesteco, hanno fatto da contraltare quelle di Daniele Magro e Toni Perkovic per Forlì, con il croato a soffrire per il riacutizzarsi dell’infiammazione al ginocchio destro che lo mette in forte dubbio anche per la sfida a Rimini.
Un gruppo mai così solido anche mentalmente, perché l’Unieuro ha vinto garacinque sì comandando quasi dall’inizio, ma resistendo con la testa, lo spirito, la personalità, a ogni veemente tentativo dei friulani di mettere la freccia e sgasare, poi, col sostegno del pubblico amico.
Harper, Cinciarini, un clamoroso Del Chiaro, un Gaspardo irreale nelle sue giocate chirurgiche e le scelte sempre puntuali di coach Martino, hanno sempre sbarrato la strada a Rota e compagni, spazzando via ogni dubbio sulla loro solidità mentale.
Ne è derivata un’autentica impresa, anche perché solo altre sei volte negli ultimi trenta anni nei play-off di A2, una squadra partita con due sconfitte era, poi, riuscita a vincere la serie 3-2. Forlì è la settima. Settima meraviglia, possiamo ben dire.