Basket A2, l’Unieuro andrà a Chiusi non guardando la classifica

Prendi una formazione seconda in classifica, ma reduce da una sconfitta che ha lasciato l’amaro in bocca dentro e fuori la squadra stessa, portala in trasferta sul campo del fanalino, falcidiato dagli infortuni, ma con uno straniero in più da fare esordire e affamato come non mai. Cosa ne verrà fuori? Tutto fuorché un match specchio della graduatoria della A2, bensì una sfida chiave per entrambe le contendenti dove pur essendo appena alla nona giornata di campionato, il risultato conta eccome e sarà in bilico forse per 40 minuti.
Leit motiv di Umana-Unieuro
L’ex ala dei toscani, Luca Pollone, conferma la chiave di lettura. «Importante sì, ma prima di tutto quella di Chiusi deve essere una gara da affrontare in modo sereno e intelligente. Intendo che se ci si pone nella prospettiva di analizzarla come incrocio tra chi è sei vinte e due perse e chi invece una vinta e sette sconfitte, sbaglia approccio. Conterà solo cercare di arrivare alla sirena finale con un punto in più sul tabellone ed è quello che vogliamo noi e che desiderano loro. Pertanto dobbiamo giocare un match tirato e maturo. Basti pensare che Chiusi ha comunque rischiato di vincere su un campo tosto come quello di Cividale poche settimane fa».
Aspettarsi una battaglia ed essere pronti a sostenerla è il mantra dell’Unieuro e dopo Verona si è lavorato su questo. Non solo, però, come ammette Pollone. «In questi giorni ci siamo rimessi in quadro, accettando il fatto che qualcosa a Verona non ha funzionato senza però puntare troppo il dito su ciò che non è andato nel modo giusto. Abbiamo resettato e ci siamo messi a lavorare con determinazione con serenità. Perché è questo lo spirito che deve accompagnarci».
Una piccola tregua
D’altronde il tempo per lavorare con costanza in palestra, nel primo mese di campionato non c’è stato. Ora che il calendario dà una tregua, va sfruttato. «Sì, rispetto alla fase iniziale del torneo scorso è mancato tempo per preparare giochi e situazioni, per aggiustare ciò che va sistemato, per creare il migliore feeling in campo. Ora è giusto tuffarsi in palestra e pensare a noi e a come migliorare. Perché la nostra posizione in classifica, da un lato dimostra che i valori ci sono e che sono già emersi in alcuni finali punto a punto nei quali siano stati bravi a gestore le situazioni, dall’altro ci dà la tranquillità per metterci a riflettere sul nostro vissuto, imparare da ciò che sin qui è stato e ci dà lo stimolo per migliorare».
Sotto quali aspetti?
«Un po’ in tutti in verità, com’è normale che sia – afferma l’ala dell’Unieuro -. Penso principalmente alla fase difensiva, ma anche in attacco dove in alcuni momenti siamo statici. Sono solo fasi, ma durante una gara a volte sembriamo essere due squadre diverse e questo indipendentemente dai singoli interpreti e dalle combinazioni di quintetto che si trovano al momento in campo. Lavoriamo anche su questo, in modo serio e al contempo sereno».