Ecco le valutazioni di Tema Sinergie Faenza, Up Imola, OraSì Ravenna e Virtus Imola al termine del girone d’andata

Basket
  • 31 dicembre 2025

Tre squadre ampiamente promosse (Tema Sinergie Faenza, Up Imola e OraSì Ravenna in rigoroso ordine di classifica) e una, la Virtus Imola, poco sotto la sufficienza. Il girone d’andata si è chiuso domenica per quasi tutte le romagnole (proprio i gialloneri devono recuperare il 7 gennaio il match sospeso a Casoria per terreno... scivoloso), ecco allora le pagelle al giro di boa.

Tema Sinergie Faenza: voto 7

I manfredi hanno chiuso al 6° posto, con un bilancio di 10 vinte e 8 perse e, soprattutto, un robusto 6-3 casalingo (ko con Latina, Caserta e Virtus Roma). La rivoluzione estiva, il cambio di guida tecnica e una scelta, sempre rischiosa, come quella di mettere lo straniero (Van Ounsem) nel reparto lunghi hanno finora pagato. Da pollice alto il rendimento di Vettori (17 punti di media con il 35 per cento da 3), Fragonara (14.6 punti, 5.8 assist e il 44 per cento dall’arco), Mbacke (8.9 punti e 8.3 rimbalzi) e Fumagalli, così così il già citato centro belga (4.8 rimbalzi e 2 perse di media) e abbastanza deludente Santiangeli (35 per cento da due e 29 per cento da tre), ma il gruppo ha dimostrato di esserci eccome.

I successi esterni a Jesi e Imola (sponda Andrea Costa) potrebbero risultare decisivi in ottica play-off diretto (prime 6) e, soprattutto, dei 9 match casalinghi al ritorno solo uno (contro Livorno) sarà con una big. Come a dire che i Raggisolaris potrebbero davvero costruirsi al Pala Cattani il bottino necessario a centrare l’obiettivo stagionale.

Up Andrea Costa Imola: voto 7

Stesso bottino di Faenza per i biancorossi (20 punti), ma con un bilancio di 5-4 sia in casa che in trasferta. Fra le mura amiche Imola ha perso con Luiss, Livorno, Latina e Faenza e al ritorno avrà match impegnativi (Virtus Roma, Caserta e Jesi), per un calendario che appare sulla carta leggermente più tosto. Alla luce dei “ritardi” estivi dovuti alle note vicende societarie, ad un roster costruito quasi da zero e ad un entusiasmo tutto da ricreare, il girone d’andata dell’Andrea Costa è da considerarsi eccellente.

Non l’ha guastato il –42 di Ravenna, perché la solidità dimostrata su tutti i campi, la migliore difesa (69.4 punti subiti di media) del torneo e l’eccezionale lavoro di coach Dalmonte e del suo staff hanno rilanciato e contagiato il mondo Andrea Costa (senza dimenticare il +32 nel derby stracittadino). Tutto questo con la malasorte come sgradita compagna di viaggio, visti gli infortuni di Zedda (9 partite saltate), Gatto (idem come sopra), Tamani (7) e Sanguinetti (4), con i due lunghi ancora lontani dal rientro in campo.

OraSì Ravenna: voto 6.5

Le ultime 3 vittorie consecutive hanno reso decisamente più positivo il bilancio di metà stagione per i giallorossi, che hanno così chiuso a quota 16 (8-10), con un record pari al Pala Costa (5-5) e negativo in trasferta (3-5). Anche il club bizantino in estate ha cambiato parecchio, con un gruppo nuovo di zecca affidato al “giovanissimo” coach Andrea Auletta e al momento le scommesse della dirigenza ravennate possono dirsi tutte vinte. L’OraSì ha mostrato un’identità tecnica ben precisa, fatta di quella manesca aggressività a tutto campo che, per certi versi, ricorda lo stile di molte squadre universitarie americane. Certo, il metro arbitrale e il fattore campo possono rendere questo sistema più o meno efficace a seconda delle volte, però così facendo Ravenna ha impensierito pure i top club (vedi ko all’ultimo con Caserta, Latina, Livorno e Virtus Roma) e può guardare serena al calendario di un ritorno che si aprirà con 3 match su 4 in programma in casa. Le sconfitte con Pesaro, Piombino e Quarrata gridano, per certi versi, vendetta, ma Ravenna non ha mai nascosto di pensare in primis alla salvezza e quella, alla luce di quanto mostrato, dovrebbe centrarla senza affanni.

Virtus Imola: voto 5.5

Il presidente giallonero Stefano Loreti nell’intervista rilasciata sul Corriere Romagna di lunedì ha assegnato un 5 al girone d’andata della propria squadra, forse con un po’ di severità perché in realtà c’è una Virtus prima del mercato e una dopo. Quella costruita in estate sarebbe da 4.5 (2 vinte e 8 perse), non solo per il record ampiamente negativo, quanto per l’eccessiva arrendevolezza mostrata in alcune sconfitte (il -32 nel derby, il -35 di Caserta e il -23 di Jesi). Quella dopo il mercato, ovvero dopo gli inserimenti di Giorgi e Stankevicius (2 su 2 con il lituano dentro), è da 6, sia per il bilancio di 3-4 (manca Casoria, giusto ricordarlo), sia per i netti progressi in difesa sia per una quadratura tecnica finalmente visibile. Alla fine dell’andata con 10 punti in classifica (5-5 al Ruggi, 0-7 in trasferta) la salvezza diretta non sembra più un miraggio, perché il 14° posto dista solo 2 punti e l’impatto di Stankevicius sul campionato è stato talmente fragoroso da autorizzare pensieri bellicosi. Certo, è servito uno sforzo finanziario importante per rimediare ad un roster costruito male in estate ma adesso conta il presente ed è pieno di sorrisi.

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