RivieraBanca non si vuole arrendere: «Ci meritiamo di allungare il sogno»

La maledizione continua. Quattro incroci stagionali con Cantù e quattro sconfitte dal retrogusto amaro. Con l’Acqua San Bernardo che resta come si suol dire sul gozzo, perché, a dispetto della fredda statistica, in ogni occasione si è avuta la sensazione di poter portare a casa la sfida. Anche in queste prime due gare della finalissima play-off, con capitan Masciadri e compagni a menare a lungo le danze e dare l’impressione di avere il controllo della situazione, nonostante la produzione offensiva delle punte di diamante e le percentuali non certo da incorniciare. Salvo poi arenarsi di colpo contro la fisicità e la profondità delle rotazioni canturine. A far male è soprattutto il quarto quarto di martedì, ma non serve a niente piangere sul latte versato e la mente è già proiettata su gara3 a Desio. Lo ribadisce il general manager Davide Turci, che suona la carica alla squadra e alla piazza.
Turci, cosa manca per rompere il tabù Cantù? «Sicuramente la differenza fra le due squadre è minima e fino a ora sono state tutte partite punto a punto. Conosciamo punti di forza e debolezza gli uni degli altri e soprattutto nei play-off, a decidere sono i dettagli: in questa serie stiamo pagando ad esempio percentuali da tre non usuali per la nostra squadra, ma abbiamo trovato una gran difesa che ci fa stare sempre a contatto. Poi nei momenti chiave quei dettagli hanno fatto sì che la bilancia pendesse dalla loro parte, anche per un black out incredibile nel quarto periodo».
Sul 2-0 e con le spalle al muro ci si crede ancora? «E’ facile rispondere e dire sicuramente sì. Dobbiamo crederci per quanto abbiamo fatto durante tutto l’anno, per una stagione chiusa al secondo posto, per quanto ci ha dato e ci sta dando la piazza. E ce lo meritiamo anche, noi e il nostro pubblico straordinario. Che dobbiamo crederci lo hanno detto anche le facce dei giocatori dopo la sirena, volti che ci dicevano quanta voglia hanno di rifarsi. In gara3 daremo tutto per regalarci gara4 e fare un passo alla volta: non andiamo a Desio a fare la vittima sacrificale, ma per recuperare la serie»
Si giocherà in un ambiente caldissimo e con 7.000 persone pronte a far festa, la squadra ha però dimostrato di essere più forte anche di queste cose espugnando la tana della Fortitudo. «Il fattore ambientale sarà bellissimo, la degna cornice di una finale fra due grande piazze che si sono meritate di essere qui a giocarsi l’A1. I nostri 100 tifosi - il massimo consentito - saranno con noi, e penseremo a loro e a tutti quelli che ci guardano da casa. Abbiamo già fatto scalpi importanti in stagione...”
La squalifica di MgGee? «Intanto vediamo come finiranno gli eventuali ricorsi, ma a prescindere dalla sua presenza o meno, giocheremo dando tutto per non avere rimorsi o rimpianti».
In un Flaminio che è uno spettacolo, l’applauso finale cosa rappresenta? «Da quando è nata Rinascita Basket Rimini abbiamo lavorato per far vivere alla città serate come queste. In pochissimo tempo siamo stati bravi e fortunati a riaccendere la fiammella e l’applauso alla fine di gara2 è la riprova di quanto ci sia un grandissimo feeling. Anche per questo vogliamo regalare al nostro fantastico pubblico la speranza di continuare a crederci. Lo dobbiamo a noi stessi, a loro, a tutti. E, ripeto, ci meritiamo anche di allungare il sogno».