Rbr, una festa da rovinare a Udine e un campionato da riaprire

L’idea di riaprire il campionato, trasformando gli ultimi 80 minuti della regular-season in un duello a distanza clamoroso, passa dal sacco del Carnera: non semplice, visto che in 17 partite, solo una volta Udine ha ceduto in casa, il 25 gennaio con Brindisi.
Ma la Rinascita è la classica squadra da trasferta: il record di 12-5 lo certifica, è il migliore del campionato e consente di sperare in un successo fondamentalmente alla portata dei biancorossi (ore 18).
«Questa nostra caratteristica e il nostro ottimo momento di forma ci porta effettivamente a pensare di poter far bene, di poter portare via i due punti - è onesto, Sandro Dell’Agnello - anche se contro avremo la squadra migliore della A2, che è prima meritatamente. Sarà un match duro, fisico, dove i dettagli faranno la differenza».
Udine è la più forte?
Quattro punti di differenza in 35 giornate sono davvero pochi: ma dove se li è meritati, l’Apu di coach Vertemati che, ricordiamolo, all’andata perse nettamente al Flaminio? «E’ stata l’unica squadra a non avere una crisi di una certa durata - spiega ‘Sandrokan’ - perché tutte, penso alla Fortitudo, a Forlì, a Pesaro, a Cantù, hanno avuto momenti difficili, mentre loro anche se hanno perso di venti punti a Livorno, poi si sono subito rifatti in casa. Credo che in questa costanza di rendimento stia la differenza, che è minima».
Squadre profondissime e qualitativamente molto dotate, Udine e Rimini si assomigliano per certi versi (a entrambe piace molto il tiro da tre) ma i bianconeri sono ancor più perimetrali di una RivieraBanca che può sfruttare la fisicità sotto canestro, dove può far male all’avversario, a patto di limitarne la pericolosità dall’arco.
«Hanno otto tiratori fenomenali, si prendono in media una quantità altissima di triple e da questo fondamentale traggono linfa per essere intensi anche in difesa - continua il trainer di Rimini -. E’ evidente che dovremo cercare sia di non farli concludere, che, soprattutto, di sporcargli le percentuali, perché se non stiamo attenti rischiamo che si metta subito in salita. Abbiamo studiato qualcosa, sappiamo quello che dobbiamo fare».
Il play Anthony Hickey è il leader dei friulani: con 15 punti, 5 assist e 4 rimbalzi di media, guida un quintetto dove Alibegovic, guardia di due metri è spesso letale dall’arco (13.5 punti col 39% da tre). Ma occhio anche all’ex Forlì Xavier Johnson, centro atipico che si apre sul perimetro ma può colpire da sotto (13.5 punti e 7.5 rimbalzi col 57% da due). La panchina è altrettanto profonda come quella di Dell’Agnello. «Loro sono molto fisici negli esterni, noi forse abbiamo una dimensione e ulteriore, ma bisogna sbagliare poco e controllare i rimbalzi. Anche se vinciamo, loro avrebbero la possibilità di salire prendendosi gli ultimi 4 punti».
Sì, ma vuoi mettere la soddisfazione di rovinargli la festa e mettergli una pressione pazzesca per le ultime due partite?
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