La Dole sta ritrovando il vero Camara: “Ora riesco a fare tutti i movimenti”

Sarà per le sue treccine, le sue schiacciate, il suo feeling con il pubblico, l’amore che i bambini nutrono per lui. Gora Camara, alla sua seconda stagione biancorossa, è uno degli idoli indiscussi del popolo biancorosso, sempre pronto a giocare per e con il calore del pubblico. Dopo l’infortunio patito ad Agosto con la sua nazionale del Senegal, che lo ha tenuto lontano dal parquet per oltre due mesi, il graduale rientro, con le prestazioni che incominciano a salire di livello. Un match, quello vinto domenica contro Ruvo, che ha riscattato il ko infrasettimanale contro Brindisi, permettendo di chiudere bene una settimana che era cominciata con la vittoria su Torino. «Gara punto a punto nei primi due quarti, poi nell’intervallo abbiamo sistemato un po’ di cose per controllare e limitare soprattutto i loro rimbalzi in attacco, dal terzo quarto in poi ci siamo riusciti, di conseguenza sciolti giocando una buona pallacanestro».

Nell’attesa di ritornare ad ammirare il Camara debordante visto la passata stagione, sicuramente per il lungo scuola Virtus, dopo la partenza di Johnson, in area si sono aperti maggiori spazi, anche per le caratteristiche opposte di Ogden. Contro la Crifo Wines 14 punti e 14 di valutazione (6/8 dal campo e 4/6 ai liberi, 2 i rimbalzi), secondo miglior marcatore biancorosso dopo Denegri. «Miglioro di partita in partita, avevo ancora qualche problemino alla caviglia, ora mi sento meglio e riesco a fare tutti i movimenti. Ogden è vero, ha un gioco più perimetrale, preferisce tirare da fuori e attaccare di più sul close out, ed effettivamente in area ho più spazi, e anche per chi gioca più da fuori ci sono diverse linee di passaggio esterne».

Un elemento che ha contraddistinto il successo sulla matricola pugliese è stata la prova più o meno continua offerta per tutti e 40 i minuti, elemento che non sempre si era verificato nelle precedenti uscite. In un campionato estremamente equilibrato, dove ancora regna grande incertezza ed equilibrio, l’obiettivo deve rimanere quello di lottare per qualcosa di importante. «Le squadre forti hanno continuità per tutti e 40 i minuti, devono essere pazienti e colpire quando fa più male all’avversario».

Camara e il capitolo bambini, un idillio scattato sin dalle prime gare della scorsa stagione: «Da piccolo giocavo sempre all’aperto, eravamo tantissimi bambini. Amo i bambini e mi piace giocare per loro, tanti hanno la mia canotta, a fine partita amo fare il giro del campo, vivo d’emozioni».

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