La Dole Rimini colpita nel suo punto debole da Cividale

Nel day after a bocce ferme fa forse ancora più male. La sconfitta in finale di Supercoppa con Cividale resta sullo stomaco, indigesta e al sapore di fiele. Anche se fra le pieghe della partita ci sono tante cose a poter e a dover rasserenare la Dole Rimini. Oltre a quelle su cui riflettere per crescere e continuare a migliorare.

Segno meno

Si sapeva che quest’anno si sarebbe fatta più fatica sotto le plance. Si è persa una piovra come Justin Johnson e se con Ogden si guadagna indubbiamente tanto sul fronte della varietà e pericolosità offensiva si paga inevitabilmente dazio nella cattura palloni di cattiveria sui tiri sbagliati. Lo stesso Simioni, al momento unico centro titolare, non ha nel rimbalzo la sua peculiarità principe e oggi come oggi, in assenza di Camara, lì sotto si fa una fatica dannata. Al Pala De Andrè sono stati proprio i rimbalzi a decidere in favore di Cividale, che ha chiuso con un mostruoso 57-33 e ben 23 palloni catturati sotto il canestro amico. L’ultimo, quello di Freeman sullo sgorbio dalla lunetta di Rota a 10 secondi dal gong, costato l’overtime e il primo trofeo della storia.

Segni più

L’aver avuto nelle mani un doppio match point nonostante la voragine sotto le plance, Camara ai box e la giornata non splendente di Robinson (ha iniziato la preparazione più tardi e due gare tirate in 48 minuti non sono ancora nelle corde, tanto che Dell’Agnello lo ha utilizzato da sesto uomo col misurino) ribadisce però quanta qualità e temperamento abbia la rosa. Sotto più volte anche di 12 e con percentuali da due quasi da minibasket la squadra è sempre rimasta in galleggiamento, ha mandato in doppia cifra tutto il quintetto iniziale e ha ribaltato l’inerzia andando a un solo tiro o un solo rimbalzo dal portare a casa la Coppa. E allargando la prospettiva a tutto il roster si intravedono potenzialità notevoli per spalmare sul gruppo i rimbalzi mancanti: Ogden i suoi 8-9 li assicura, Denegri ne cattura 5-6, Leardini sprizza energia da tutti i pori e recupera palle sporche su entrambi i lati del campo, Marini e Robinson ne portano a casa diversi e Camara crescerà anche in questo nell’annata della piena responsabilità. A proposito, oggi Gora si sottoporrà a nuovi accertamenti ed è in pieno recupero, anche se pare azzardato pensarlo in campo sabato sera a Milano alla 1a di campionato.

Sincerità Dell’Agnello

«Intanto mi devo scusare per l’espulsione: ho preso due tecnici da pollo che potevo evitare. Venendo alla gara, questo è il periodo dell’anno in cui gli alti e bassi ci stanno: venivamo da una partita molto positiva con la Fortitudo e con Cividale non ci siamo ripetuti. Abbiamo lasciato loro troppe libertà dal punto di vista difensivo, abbiamo dato loro troppa confidenza e soprattutto abbiamo lasciato loro più di venti rimbalzi offensivi che ci hanno ammazzato».

Sandro Dell’Agnello ha poi chiosato fra bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto: «La nostra prestazione difensiva è sicuramente rivedibile, ma nonostante tutto eravamo +2 a pochi secondi dalla fine e ci siamo fatti prendere l’ennesimo rimbalzo difensivo che ha portato all’overtime. Comunque complimenti a Cividale».

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