Sa molto di spartiacque, questa trasferta avellinese della Dole, che al Pala Del Mauro (ore 20.30, arbitri De Biase, Pazzaglia e Luchi) vuole confermare il trend positivo – 4 successi nelle ultime 6, con ko solo di misura a Brindisi e Livorno – e lanciarsi ufficialmente all’inseguimento delle prime della classe.
Per farlo, toccherà arrecare un altro dispiacere all’ex Alessandro Grande, che aspetta i suoi vecchi compagni al varco, forte di una percentuale altissima da tre (47%) ma anche di qualche lacuna che ha portato la società irpina a sollevare dall’incarico coach Buscaglia, per affidarsi nelle mani di Gennaro Di Carlo. Insomma, siamo nel perimetro della possibile “scossa” per l’avvento del nuovo coach? «Direi di sì, quando cambia la guida tecnica tutti i giocatori vogliono far vedere che valgono, che sono disponibili a fare il meglio per la squadra – commenta così Sandro Dell’Agnello – In questo caso, poi, parliamo di un roster additato da tutti in estate come uno dei più forti della categoria, per cui noi dovremo stare molto attenti, partendo ovviamente dalle nostre cose».
Del resto, la preparazione del match è un po’ al buio: Di Carlo inserirà sicuramente qualcosa di nuovo che lo staff tecnico della Rinascita non ha potuto visionare, con tutti gli annessi e connessi del caso. «Non sappiamo se avranno due o tre giochi nuovi in attacco, o se cambieranno regole difensive – prosegue “Sandrokan” – per cui sarà fondamentale essere concentrati al massimo e confermare quanto di buono fatto nelle ultime partite. La squadra è centrata, l’assenza di Robinson si sente ma iniziamo ad avere un nuovo assetto che pare funzionare».
Denegri stabilmente play, Leardini in posizione di “3” tattico, Camara tornato a fare da centro di gravità permanente, Tomassini killer silenzioso, Marini incursore con licenza di inventare: questa Dole può guardare con fiducia anche a sfide di questa portata, e anche senza un americano. Ma dove si deciderà il match? «Loro sono la squadra con la migliore percentuale da tre punti di tutto il campionato (40%, ndr), prendono tiri anche dopo un passaggio, spesso in transizione, per cui direi che la prima cosa da fare è accoppiarsi bene e mettere pressione sugli esterni».
Lewis, Mussini, Chandler: la batteria di tiratori della Unicusano è veramente temibile. Un vantaggio, però, Rimini potrebbe averlo sotto le plance, dove Camara ha dimostrato tutta la sua importanza, anche se si troverà contro giocatori esperti come Giacomo Dell’Agnello (figlio del coach) e Zerini. «Quando a inizio stagione dicevo che tiravamo tanto da tre anche perché ci mancava la dimensione interna dataci da Gora, in pochi mi hanno ascoltato ma adesso che è tornato, inizia a stare bene con la caviglia e può imprimere tutta la sua fisicità, abbiamo un equilibrio di conclusioni tra dentro e fuori migliore. Dobbiamo continuare così».