C’è la grana Robinson che aleggia nell’aria (si aspetta? Si interviene sul mercato con un ‘gettone’? Si taglia? Ai posteri l’ardua sentenza) e ci si rituffa in un campionato che sembra appena iniziato ma manda in scena la sua decima puntata. Al Flaminio arriva l’asfittica Reale Mutua Torino di Paolino Moretti, una squadra che l’anno scorso faceva faville in attacco e adesso vanta l’ultimo ‘arsenale’ del torneo (appena 70.3 punti ad allacciata), per un record di 4 vittorie e 5 ko che racconta anche di un momento non esaltante per i piemontesi, reduci da due sconfitte di fila con Bologna e Forlì e vittoriosi in trasferta solamente una volta, alla seconda giornata a Cento, gioia dopo la quale sono arrivate solo sberle pesanti (Verona, Avellino e appunto Fortitudo).
La Dole fiuta i due punti ma chiaramente non è semplice fare a meno di un americano, per giunta il play titolare. Il recupero di Leardini è comunque una buona notizia, così come fa ben sperare l’atteggiamento (sia tattico che di personalità) avuto dalla squadra a Livorno, dove è mancato veramente pochissimo per spuntarla.
«I ragazzi si allenano benissimo, stiamo facendo quello che possiamo - elogia i suoi Sandro Dell’Agnello -. Domenica scorsa abbiamo giocato molto bene, poi il diavolo a volte ci mette lo zampino, ma siamo riusciti, pur senza Robinson, a giocarcela alla pari sul campo di una delle migliori squadre del torneo. Cosa chiedo di più? Onestamente mi piacerebbe poter allenare il team al completo, visto che non siamo mai stati tutti insieme dall’inizio della stagione. Prima Camara, poi Leardini e Sankare, adesso Gerald: ci manca continuità nel lavoro, spero quanto prima di poterla avere, perché fa la differenza».
Gli accorgimenti tattici da attuare contro Torino sono figli di un modo di giocare non convenzionale da parte dell’avversario, che predilige le conclusioni da dentro l’area, non abusa delle triple e ha un giocatore dominante, l’ala Robert Allen, uno dei più forti del circuito con i suoi 21 punti e 10 rimbalzi di media. Il resto è difesa strenua e qualche tentativo di pungere in contropiede, ma tantissima difficoltà a difesa schierata.
«Sì, a differenza dalle ultime squadre che abbiamo affrontato, Torino predilige il tiro da due, si appoggia molto ad Allen che può concludere o costruire ma è anche molto organizzata dietro, dove c’è un’ottima comunicazione - descrive così il ‘nemico’, Dell’Agnello -. Servirà una partita attenta e concentrata, dovremo passarci la palla e creare i vantaggi giusti, chiudendo bene in difesa e stando attenti a rimbalzo».
L’altro americano Teague, accentra i possessi con Massone, Severini e l’evergreen Bruttini a completare il quintetto. La versione della Dole sarà con Denegri da play. «E un ruolo che sa far bene, ma in generale tutti gli esterni stanno performando. A Livorno anche Pollone ci ha dato tanto, l’unico rimasto un po’ indietro è Camara ma dopo due mesi fuori ci sta, deve ancora riassestarsi».
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