L’infortunio di Robinson è stato solo un guaio per la Dole?

La Rinascita è in forma e il derby con la Fortitudo arriva nel momento giusto: al Flaminio domenica si prevede il sold-out nel “Dole Day” coi biancorossi pronti a conquistare la terza vittoria consecutiva, dopo gli hurrà esterni di Cento e Scafati che avvicinerebbero ancor di più alla vetta una squadra che, nonostante qualche inciampo, è al momento a 4 punti dal primo posto e ha pure un match da recuperare (il 17 dicembre in casa contro Cividale).

L’assenza perdurante di Robinson ha avuto, nell’immediato due effetti ‘positivi’ sul gruppo di Dell’Agnello: in primis si è affidata la regia a Davide Denegri, che sembra molto a suo agio nel ruolo di playmaker e poi ha responsabilizzato Ogden (11.1 punti col 39% da tre e 7.6 rimbalzi le sue medie), che dopo alcune prestazioni largamente insufficienti ha iniziato a ‘performare’ come si chiede a un lungo americano, facendosi apprezzare anche per l’atteggiamento finalmente combattivo. Resta comunque un giocatore pulito, al quale piace tirare da tre, correre e ricevere fronte a canestro, ma potenzialmente devastante per come può aprire il campo e fornire indirettamente praterie da cavalcare allo stesso Denegri (13.3 punti col 55% da due e 3.5 assist) e al vero martello dell’attacco Dole, Pierpaolo Marini (14.7 punti, 4.1 rimbalzi, 3.2 assist), che assieme all’ex Tortona e all’altro esterno italiano deluxe, Giovanni Tomassini (10.7 punti col 47% da tre e 2.4 assist), forma il trio perimetrale più forte del campionato.

I lunghi sono determinanti ma i tornei si vincono con i piccoli: Rimini mixa le caratteristiche di apriscatole di Marini alle ottime letture sul pick&roll di Denegri, per non parlare delle scelte del ‘professor’ Tomassini, chiamato a incidere quando le partite si decidono e protagonista di giocate di qualità assoluta (canestri, assist).

Dell’Agnello è riuscito a costruire nuovi, solidi equilibri nonostante l’assenza di Robinson coinvolgendo di più Leardini che gioca anche svariati minuti da numero 3, mentre crescono le quotazioni di Camara (10.3 punti e 4.8 rimbalzi), ogni partita sempre più in condizione. Con lui, la Dole può andare profonda in post o sfruttare il classico gioco a due centrale, mentre quando c’è in campo Simioni (10 punti e 5.3 rimbalzi), di fatto Rimini ha cinque potenziali tiratori da tre punti potendosi permettere il lusso di attaccare spesso aree sguarnite. Dietro poi l’intensità non cala quasi mai e lo si è visto bene a Cento e Scafati, dove Rbr ha fatto la differenza con pressione a tutto campo e attenzione massima ai pericoli perimetrali avversari. Unico neo, forse, i troppi rimbalzi offensivi concessi. Ma tutto non si può avere.

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