L’autunno sta prepotentemente entrando “tra di noi”, e questa nebbiolina premonitrice ci avvisa del fatto che domenica, al Flaminio, c’è il primo snodo del campionato della Dole, chiamata già alla settima giornata a dimostrare – sul campo, appunto – che effettivamente si può lottare per il primo posto e per la promozione diretta. L’arrivo della capolista (un po’ a sorpresa, a dire il vero) Pesaro coincide con un momento di alti e bassi che in casa Rinascita ha prodotto un record in parità (tre vittorie e tre ko) ma prestazioni non all’altezza contro le squadre più forti sin qui affrontate.
Il 33-12 subìto nel terzo quarto di Verona, concedendo il 45% da tre a un avversario che, senza Justin Johnson, era prevedibilmente ancor più perimetrale e andava disinnescato diversamente, è stato determinante in negativo. La difesa biancorossa è sotto accusa: 80.5 punti subìti di media sono un po’ tanti, si salta un po’ troppo facile sugli uno contro uno avversari e a rimbalzo, per ora, non c’è quella solidità necessaria a puntare in altissimo.
Ma la sensazione, in particolare, è che la squadra non abbia equilibrio: minuti di bel basket e di buona intensità si alternano con black-out inspiegabili, vedi appunto il terzo periodo di Verona ma anche il secondo in casa contro Bergamo. E pensare che, sugli esterni, l’aggiunta di Denegri farebbe propendere per un miglioramento dal punto di vista della pressione difensiva, che invece troppo spesso è carente. Qualche dubbio nasce anche dalla reale consistenza dei due americani, ma in realtà Robinson non ha mai “performato” come adesso in maglia Rbr (12 punti e 4.3 assist di media, ma un insufficiente 32% da tre), ammesso e non concesso che renda più da guardia che da play. E che, comunque, non sia il classico “go tu guy” alla Harrison di Bergamo o alla McGee di Verona, per fare due esempi di strangers che hanno devastato la struttura della Dole, lasciando ai tifosi la sensazione di un duello individuale sempre perso dal play biancorosso. Che, però, non è e non sarà mai quel tipo di giocatore lì. La Rinascita ha fatto altre scelte, come ad esempio quella di puntare su un “4” più perimetrale come Ogden: l’ex Brindisi fattura 13.2 punti con 4.7 rimbalzi e il 50% da tre a partita, ma molto spesso si “nasconde” nei momenti clou e non garantisce solidità. Gli si chiede più personalità, quella che aveva Johnson – con caratteristiche molto diverse – la passata stagione, e che in questo gruppo sembrano possedere, al momento, soprattutto Marini (14.3 punti e 3.8 rimbalzi col 61% da due) e Simioni (12.8 punti e 4.5 rimbalzi col 46% da tre). In attesa del miglior Tomassini, che comunque anche a Verona il suo l’ha fatto, non hanno dato sin qui granché Pollone e Leardini, quest’ultimo peraltro attualmente fermo – ne avrà per circa 20 giorni – a causa di un problema muscolare. Anche Assane Sankare (ginocchio) è ai box e ci resterà per 2-3 settimane, ma la società non ha intenzione di ricorrere al mercato per tamponare questi due forfait.
Vincere con Pesaro nel derby, di colpo, rasserenerebbe l’ambiente e consentirebbe agli assenti di recuperare con più calma. Anche se quello di domenica è un primo treno su cui salire assolutamente.
Da segnalare che da ieri il Centro Saulle diventa ufficialmente il Centro Medico Rbr, sancendo una collaborazione di valore che garantirà servizi di alto livello a tutto il mondo biancorosso, dalla prima squadra agli atleti del settore giovanile fino ai bambini del minibasket.