Denegri uomo-derby di Rimini: “Al Palafiera avevo già vinto una finale play-off”

È andata a finire che il padrone di casa di Forlì giocava con la maglia di Rimini, con la domenica alla Jasikevicius di Davide Denegri a mettere la firma sul derby: «Sono contento, qui sono abituato a fare belle partite, tre anni fa ho vinto una finale play-off con la Vanoli e anche questa volta è andata bene».

Derby e cellophane

Denegri si è preso un derby partito con il cellophane del terzo millennio sugli spalti. Gli scortatissimi 150 tifosi di Rimini sono entrati alle 17.40, un ingresso coperto dalla musica a palla sparata al Palafiera e nel silenzio del pubblico di casa, vista la prolungata assenza degli ultras forlivesi. In nome dell’ordine pubblico, è davvero cambiato tutto: la tutela della sicurezza viene al primo posto, come no, ma si spera che la parziale apertura di ieri sia stata il primo passo verso palazzetti sempre meno blindati. Partite come Forlì-Rimini vivono di emozioni e va restituito al derby il sale del derby, altrimenti è finita.

A dare un sapore antico al clima da StraRomagna ci ha pensato suo malgrado Pierpaolo Marini, unico ex fischiatissimo in mezzo a un mare di vecchie conoscenze sui due lati del campo. Un Denegri a tratti con le movenze vintage alla Maurizio Benatti, a tratti chirurgico al tiro alla Jeff Lamp ha dato fiato al pubblico in curva ospiti, fino al coro finale “Serie B” rivolto dai riminesi ai cugini a mettere il pepe finale a una vittoria tutt’altro che scontata.

Derbino sugli spalti

Con la curva di casa ancora vuota, il cocktail del derby è stato ad alta gradazione in campo, ma annacquato sugli spalti. I giocatori lo hanno percepito? «Beh, quello sì - riparte Denegri - perché io ricordo la curva di Forli come molto calorosa mentre i nostri tifosi non sono riusciti a venire in tanti come avrebbero voluto. Siamo contenti di avere dato una soddisfazione alla nostra gente e speriamo che col tempo queste limitazioni si vedono sempre di meno».

Autostima

Vincere un derby del genere, continuando a credere nelle proprie cose anche nei momenti più difficili, è una bella iniezione di autostima: «Sì, direi proprio di sì - chiude Denegri - loro forse hanno giocato meglio di noi e sono stati a lungo sopra mettendoci più energia, ma noi non abbiamo mai mollato lavorando di gruppo. Vincere una partita del genere ci dà sicuramente tanta convinzione per il futuro. Quando riesci a vincere le partite in questo modo, stando sempre lì compatti, è un bel messaggio che dai a innanzi tutto a te stesso».

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