Parte con un ko il cammino interno della Dole, che non riesce a dare seguito alla vittoria di Milano perdendo di misura in volata con Rieti, che si conferma bestia nera dei biancorossi nelle ultime stagioni.
Una partita scorbutica, estremamente equilibrata dove Rbr però non è mai riusciti a sciogliersi e giocare il suo basket congeniale.
Sandro Dell’Agnello analizza con lucidità la sconfitta. «Rieti ha meritato di vincere anche se tutto si è deciso alla fine. Questo è un campionato difficilissimo, lo testimoniano le sole due squadre a punteggio pieno dopo due giornate. Ogni domenica va sudata la partita per portarla a casa, altrimenti non si va da nessuna parte. Abbiamo giocato i primi due quarti con l’atteggiamento dell’amichevole, le percentuali al 50% e 60% da due e da tre di Rieti sono esemplificative. Una partita a due facce, nel secondo tempo abbiamo fatto cose egregie, nel primo tempo no».
In una gara dove la Dole non si è esibita con le percentuali da tre della gara in casa dell’Urania, balzano all’occhio le tante, troppe palle perse (18), oltre alla giornata no di Ogden su tutti. «Un dato quelle delle palle perse che va attenzionato, sono terribili 18 perse. Io, lo sapete, non punto mai il dito sui giocatori, non ha senso. È difficile che tutti e 10 performino sempre bene, ci sono degli alti e bassi fisiologici».
In una serata non brillantissima al tiro, è venuta fuori tutta la mancanza di un po’ di dimensione interna vista l’assenza di Camara. «Tra qualche giorno ci sarà un nuovo controllo con l’ortopedico per valutare la situazione, sta seguendo una tabella di recupero, lo aspettiamo presto perché abbiamo bisogno. Quando rientrerà e saremo al completo potremo sfruttare tutte le frecce del nostro arco, al momento siamo tanto perimetrali e di conseguenza il nostro gioco passa per forza dal tiro di tre punti, ormai un must della pallacanestro moderna».
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