Basket A2, Rimini: il mercato estivo dietro la lavagna

Quali sono i problemi di una squadra partita per centrare i play-off in scioltezza (quarto-sesto posto, come dichiarato il giorno dell’esonero di Ferrari dall’amministratore delegato Carasso) e che si ritrova ultima in classifica, assieme a Orzinuovi e Chiusi, con un record di due vinte e otto perse?

Diversi, verrebbe da dire. Ma prima di analizzarli, l’attualità narra di una RivieraBanca che, ‘in ufficio’, continua a sondare il mercato degli italiani, soprattutto dei lunghi, per vedere se c’è qualcuno che possa spostare gli equilibri nei pressi del ferro, magari con caratteristiche complementari a quelle di Simioni e Johnson. A proposito di Justin, a tutta la giornata di giovedì l’americano non si è visto in palestra, ancora a riposo a casa dopo il trauma cranico rimediato all’inizio della sfida con Trieste. A tutt’oggi il suo impiego a Udine (considerando anche che il suo ginocchio non è al meglio) è in forte dubbio, con lo staff medico che dovrà pronunciarsi in merito nelle prossime ore. Chiaro che presentarsi sul campo di una delle squadre più forti del girone, che ha appena perso a Forlì e quindi con la necessità di muovere la classifica, senza il giocatore migliore, non è un granché.

Ma servono risposte

Rbr arriva al match di domenica dopo tre settimane di lavoro di Dell’Agnello dal suo insediamento: i principi del nuovo coach, insomma, iniziano a essere chiari, nelle menti dei protagonisti. Alcuni dei quali, però, non stanno rendendo secondo le aspettative. Ma perché? Per quel che riguarda Alessandro Grande (18 di media nei play-off dell’anno scorso con Agrigento), i numeri sono eloquenti: solo 7 punti di media, col 41% da due e il 27% da tre. Cifre insufficienti, figlie di una difficoltà nel fare più o meno tutto: sia mettere in ritmo i compagni, sia spingere, sia mettersi in proprio. Non lo sta aiutando neanche Tassinari, l’ombra di se stesso nelle ultime uscite (4.6 punti col 20% da tre). Può anche essere che entrambi siano play-maker da squadre da corsa, mentre la Rinascita negli altri elementi non è così veloce.

L’altro grande interrogativo è Giovanni Tomassini: dominante a Cento, non si è ancora preso in mano la Rinascita, restando sempre il sesto uomo di lusso che però non riesce a incidere come vorrebbe. Il 36enne produce 10.1 punti col 35% da tre e 1.5 assist, ma in questo caso i numeri non dicono dei momenti nei quali servirebbe una bomba, un canestro, un assist e ciò non arriva. C’è un caso Simioni? Non esattamente: l’ex Treviso è un giocatore che ama girare al largo del ferro (7 punti, 6 rimbalzi, 31% da tre), non sta facendo altro che confermare che vicino a canestro non è un fattore (40% da due) e in difesa fatica contro tutti i lunghi muscolari.

Per ultimo, pare che negli esterni, fatta eccezione per Anumba, non ci sia nessuno disponibile, in difesa, a ‘fare a botte’: se ti devi salvare, l’aggressività e la cazzimma dietro non sono rimandabili.

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