Basket A2, ma è vero che RivieraBanca gioca meglio senza Johnson?

Il tempo è finito. Domenica contro Piacenza sarà veramente l’ultima spiaggia o giù di lì per la Rinascita, se si vuole pensare a qualcosa di più della salvezza, visto il costo del roster e gli obiettivi comunque rimarcati, nel momento dell’avvicendamento tra Ferrari e Dell’Agnello, da Paolo Carasso («dal quarto al sesto posto»). È vero che la situazione è critica, che è meglio «non riempirsi di paroloni o proclami» come ha detto a più riprese il neo coach di RivieraBanca, ma non si può pensare che una squadra costruita coi migliori italiani dello scorso campionato, uno dei tre esterni Usa più forti e un’ex serie A1 come Johnson possa limitarsi alla semplice salvezza.

Di sicuro, del prossimo trittico (Piacenza, Fortitudo fuori, Orzinuovi) ne andranno vinte almeno due e si capisce bene su quali puntare, con Rbr finalmente al completo visto che Johnson da martedì ha ripreso regolarmente ad allenarsi coi compagni.

Capitolo mercato

La società resta vigile per sfruttare un’eventuale opportunità (lungo italiano che ‘sposta’), ma al momento pare non ci siano elementi che ha senso inserire, al netto di una congenita difficoltà di difendere sotto il ferro da parte sia di JJ che di Simioni. Dell’Agnello, quindi, dovrà proseguire nella trasformazione della sua squadra, che a Udine si è ben comportata.

Potenziale paradosso

La partita di domenica scorsa, giocata senza Johnson, ha forse dimostrato che molti elementi di questa RivieraBanca si trovano meglio a prendersi conclusioni nei primi 12-14 secondi, e non a un gioco ragionato come invece la presenza di Johnson costringe, visto che a lui piace agire in post-basso e spesso congelando i possessi. A Udine, invece, Grande è stato libero di prendere e tirare dopo il blocco, con Tomassini a beneficiare del primo scarico per attaccare il ferro, così come finalmente si è visto qualche contropiede, roba che sino al match con Trieste era una pia illusione. Rimini, al momento, ha il terzo peggior attacco del girone Rosso (73.8 punti di media, sotto restano solo Orzinuovi e Chiusi), la quartultima media da tre punti (32%), addirittura l’ultima da due, con un insufficiente 45%. Non solo: la Rinascita subisce anche troppo, 78.4 di media valgono la terza peggior difesa dopo Nardò (83.5) e guarda caso, Piacenza che ne prende 79.7 a partita. Dell’Agnello ha giustamente provato a mischiare le carte con l’uso della difesa a zona, ma questa squadra spesso si perde l’uomo, mentre l’intensità sulla palla è troppo discontinua. Del resto Tassinari, Grande e Marks non sono di certo dei mastini, per fare un paragone con Jazz Johnson e Bedetti, che l’anno scorso garantivano quella cattiveria agonistica costante che, in questo roster, pare possedere solo Simon Anumba.

Nonostante tutto, la qualità della rosa biancorossa è indubbia: adesso bisogna soltanto iniziare a vincere partite. Il resto verrà di conseguenza.

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