Qui Imola, terra di basket con due squadre in B. La fusione? Non scherziamo

Basket

Otto marzo 1987, Fanti Cans-Malaguti 74-69. Più di 35 anni fa si giocò il secondo e ultimo derby ufficiale fra Andrea Costa e Virtus, nell’allora B2 (4° campionato nazionale), con i biancorossi in corsia di sorpasso a centrare il 2-0 e poi la promozione in B1 a fine stagione.


Da allora le strade delle due principali società di pallacanestro imolesi si sono separate, fino a domenica. Sì, perché con la vittoria su Ferrara e il 2-1 nella finale, i colori gialloneri oltreché alla B (lasciata nell’estate del 2005) hanno ritrovato pure il derby con i rivali biancorossi.
Domenica sera al Ruggi e poi anche sui social, ormai fido termometro del sentire popolare, è infatti emersa forte la sensazione di un popolo giallonero che si è finalmente “riunito”. Non è un segreto: quel fallimento del 2005 e la faticosa ripresa successiva, prima come Virtus Imola 1936, poi come Basket Giallonero nel 2007 rilevando il titolo di serie D dello Sporting Club Cattolica, infine sotto l’attuale griffe di Virtus Spes Vis Imola (fusione nell’estate 2009), avevano lasciato molte pecore smarrite.
Da domenica, però, la Virtus Spes Vis è tornata Virtus anche per loro: merito del grande lavoro svolto da staff tecnico e dirigenziale e naturalmente da una squadra che ha risvegliato torpori e rivalità sopite. Vincere aiuta a vincere, dicono gli sportivi, e aiuta anche a tifare.


La squadra di Marco Regazzi, uno che quei due derby li giocò sul campo, ha raggiunto l’obiettivo mancato più volte in precedenza, mostrando qualità, organizzazione e carattere. Si tratta della settima promozione in carriera per il coach imolese e, siamo sicuri, questa sia la più dolce e importante. Da domenica il pensiero di tutti gli appassionati, e non solo, della palla a spicchi imolese va alle due stracittadine della prossima stagione.
Meglio fugare subito ogni dubbio: non ci sarà la fusione. Al di là dei tifosi, sono state, sono e saranno le due società a non volerlo. Giusto o sbagliato che sia e al di là delle dichiarazioni di rito, questo è lo stato delle cose. Del resto, adattando le parole di una nota canzone “Certe rivalità non finiscono, fanno dei giri immensi ma poi ritornano. Ma amici mai per chi si ama come noi, non è possibile”.

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