Basket B, Difesa e regia le spine di OraSì, Virtus e Andrea Costa

Tre sconfitte molto differenti per sfumature e sostanza, ma con un minimo comune denominatore, ovvero i problemi in difesa e soprattutto in regia. La domenica delle romagnole è stata diversa vero, perché un conto è farsi schiacciare come successo a Ravenna da un avversario non così superiore (Chieti), un altro cedere lottando alla capolista-corazzata Ruvo come ha fatto la Virtus e un altro ancora dare il classico calcio al secchio con il latte (vedi Andrea Costa a San Severo). Tutte e tre, però, hanno confermato le problematiche di questo inizio stagione, in parte dovute al rendimento altalenante nella metà campo difensiva, in parte causa la mancanza di lucidità e lettura del gioco da parte dei propri play.

Virtus, bicchiere mezzo pieno

Regazzi nel dopo-partita contro Ruvo si è lamentato dei deficit di concentrazione dei suoi, pagati a caro prezzo sotto forma di triple pesanti da parte dei pugliesi, riconoscendo però come la durata di queste amnesie sia in netto calo rispetto ad inizio stagione. Alla resa dei conti la Virtus Imola ha pur sempre la sesta difesa del girone (71.4 punti di media) e soprattutto forza gli avversari al 44% da 2 (terza del gruppo B) e al 23% dall’arco (terza). Senza dimenticare le quasi 17 palle perse provocate (nessuno fa meglio). Insomma, la ragione di una partenza non eccezionale (2 vinte e 3 perse) va cercata nel calendario tostissimo e nei balbettii dell’attacco, più che nel rendimento difensivo. Imola tende a fermare troppo i possessi, altro aspetto sottolineato con lucidità da Regazzi, ed esagerando nei palleggi finisce per perdere la caratteristica fondamentale del proprio gioco: la velocità d’esecuzione. La partenza di Galassi, probabilmente, ha lasciato un vuoto al quale Marco Barattini non ha ancora posto rimedio: l’ex Ozzano sta marciando a 7 punti, 4.8 assist, 2.2 perse e 1 recupero in 26’ di utilizzo medio, con il 14% da tre. L’anno scorso, in un sistema abbastanza simile, le sue cifre erano ben diverse: 13.6 punti, 3.5 assist, 2.6 perse e 1.32 recuperi in 26’ con il 34% dall’arco (e 3 viaggi in lunetta rispetto ai 2.8 attuali). Insomma se, sempre ricordando le parole di Regazzi, la Virtus deve tenere tanto in campo Chiappelli (un lungo) perché è il vero play della squadra, allora i margini di miglioramento stanno proprio in questa zona del campo.

Ravenna, bicchiere mezzo vuoto

Al momento la stagione giallorossa sembra molto legata al fattore campo, perché nelle due vittorie (su 2) al Pala Costa i giallorossi hanno subito 63 punti di media, mentre nelle 3 sconfitte (su 3) in trasferta addirittura 83. Il gruppo è giovane, vero, ma il 21enne Dron viene da tre stagioni ampiamente sopra i 20’ di media in B (fra Bisceglie e Giulianova) e Paolin per la categoria rappresenta più che una certezza. Insomma qualcosa non sta andando nella direzione voluta da società e staff tecnico, specie nelle carenze a livello mentale e d’approccio, perché fra Lumezzane, Roseto e Chieti i giallorossi hanno subito quasi subito i pesanti e decisivi parziali. Paolin produce 5.8 punti di media con il 23% da tre e il 38% da due, mentre a Padova l’anno scorso viaggiava a 12.3 con il 24% e il 50%. Dron a Bisceglie produceva 11.5 punti in 29’ con il 43% da due e il 42% dall’arco, mentre adesso si ferma a 6.4 (doppio 21%) su minutaggi praticamente identici. Pure qui la strada da percorrere sembra chiara.

Andrea Costa, senza difesa

I biancorossi dopo cinque turni vantano la peggiore difesa di tutto il campionato (85.4 subiti di media) e questo dato deve far riflettere, come pure gli oltre 19 viaggi in lunetta concessi agli avversari (altro primato negativo), figlio dei ben 23.4 falli a partita, e il 38% da tre “lasciato” ai “nemici”. Dei problemi ne emergono anche in attacco, visto il 43% da 2 (ultima nel girone B) e il rapporto di 0,55 fra assist (9 di media) e perse (16.2), sempre il peggiore del gruppo. Insomma, in casa imolese c’è tanto da lavorare, ma il nervo scoperto resta quello della regia, priva di un giocatore in grado di leggere le scelte difensive altrui e di mettere in ritmo i compagni. Prendete Aukstikalnis, sì il miglior marcatore dei suoi (15.4 punti di media), ma appena 4° come somma di tiri dal campo (8.6), dietro a Crespi (10), Drocker (9.8) e Corcelli (9.6): chiaro che vada servito di più. Qualche miglioramento a San Severo si è visto grazie a Corcelli e, alla resa dei conti, sia il capitano che Sorrentino (ancora troppo sterile davanti) si integrano meglio con Drocker rispetto a Fazzi, la cui resa offensiva (9.4 punti di media con il 33% da tre) resta però indispensabile. Insomma, un bel rompicapo davvero.

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