In arrivo i biglietti nominali anche nel basket

Basket

Il basket diventa come il calcio. E purtroppo, non per aspetti positivi come i soldi legati ai diritti televisivi o i contributi del Coni o le cospicue sponsorizzazioni. No, diventa simile al calcio per l’introduzione dei biglietti nominali.

Le conseguenze delle note vicende che, pochi mesi fa, hanno visto protagoniste le tifoserie di Forlì e Rimini continuano a sentirsi tuttora e, a meno di clamorosi dietrofront, cambieranno abitudini consolidate da decenni per gli appassionati del mondo della palla a spicchi. Necessaria una premessa: al momento non ci sono comunicazioni ufficiali in merito e le società coinvolte non sono state informate di alcunché, ma il processo innescato sembra irreversibile.

Le mosse dell’Osservatorio

In sostanza l’Osservatorio per le manifestazioni sportive avrebbe presentato un protocollo d’intesa, firmato pure dal nuovo presidente del Coni Luciano Buonfiglio, in base al quale viene introdotto il biglietto nominale per tutti i campionati nazionali di pallacanestro, dalla serie A fino alla B compresa. Il basket viene dunque equiparato al calcio e ogni biglietto venduto dovrà essere legato al nome e cognome dell’acquirente. Nulla di nuovo per gli abbonamenti, da sempre nominali, ma per i tagliandi delle singole partite la rivoluzione è totale. Questo regolamento, al quale dopo le battaglie iniziali pure le grandi tifoserie organizzate del calcio si sono dovute adeguare, comporta poi ulteriori restrizioni/difficoltà sia per gli appassionati che per le società. Quali? Chi vuole seguire in trasferta la propria squadra del cuore dovrà acquistare tassativamente il biglietto entro le 19 del giorno precedente alla partita. In modo tale da dare il tempo al cervellone della Polizia, dopo aver ricevuto i dati, di incrociare i nominativi degli acquirenti dei biglietti con quello delle persone sottoposte a Daspo e al divieto di accesso alle manifestazioni sportive.

La posizione dei tifosi

Giusto ripetere come, al momento, di tutta questa storia non via alcuna comunicazione ufficiale, né da parte dell’Osservatorio Nazionale né tantomeno della Lnp. E infatti buona parte delle società romagnole iscritte ai campionati nazionali di basket, interpellate dal Corriere Romagna, hanno spiegato di non sapere nulla di biglietti nominali e vendite on-line. Fra l’altro, a differenza del calcio, non sarebbe comunque introdotta la tessera del tifoso e nessun palasport d’Italia è dotato di quei tornelli fondamentali per l’accesso agli Stadi.

Il bello poi viene sottolineando l’ultimo aspetto, che verrebbe da definire la solita soluzione all’italiana: il protocollo, infatti, non prevederebbe l’obbligo del controllo della nominalità del biglietto all’ingresso. In barba a tutti i ragionamenti fatti finora e legati alla sicurezza. Del resto se l’annunciata partnership fra Lega Nazionale Pallacanestro e TicketOne (scelto come Ticketing provider 2025-2026) potrebbe risolvere i problemi organizzativi delle società legate alla vendita nominale dei biglietti, è altresì vero che quello della pallacanestro (specie per la B) resta un pubblico last minute, quindi imporre obblighi cronologici per l’acquisto dei biglietti porterebbe solo ad un’ulteriore riduzione del pubblico. Le 16 tifoserie organizzate di A hanno parlato, in un comunicato, di «disposizioni liberticide» sottolineando come «la libertà di circolare e di acquistare i biglietti deve rimare un diritto dei tifosi del basket».

Come finirà? Presto lo sapremo, ma una deroga/proroga almeno per A2 e B sembra una soluzione nemmeno tanto inverosimile.

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