Raggisolaris, cambia la musica e l’ambiziosa Jesi fa la voce grossa



RAGGISOLARIS 72
JESI 83
RAGGISOLARIS FAENZA: Camparevic ne, Bianchi 2, Rinaldin 4, Mbacke 19, Vettori 10, Van Ounsem 10, Romano 6, Longo 7, Fragonara 3, Dellachiesa ne, Santiangeli 5, Fumagalli 6. All. Pansa.
GENERAL CONTRACTOR JESI: Di Pizzo 11, Tamiozzo, Del Sole, Bruno 2, Maglietti 3, Nicoli 22, Piccone 20, Arrigoni 25, Toniato ne. All. Ghizzinardi.
PARZIALI: 19-28; 33-50; 55-74
Faenza assaggia il duro pane somministrato da una delle avversarie più ambiziose della futura Serie B, peraltro priva di due elementi da quintetto come Toniato e Palsson, e slitta a più riprese, non riuscendo ad arginare il fuoco di fila dei rivali, se non nel più rilassato finale. A tre settimane dal via al campionato, restano tante le imperfezioni su cui lavorare e le ingenuità da limare, dall’attenzione nelle difese individuali alla gestione dei ritmi offensivi, ma Jesi, al momento, è parsa più avanti nell’opera, almeno negli elementi di maggior spicco, con Arrigoni, Nicoli e Piccone a sovrastare per proficuità Fragonara e Santiangeli.
Per la prima volta, nella pre-stagione manfreda, il punteggio non si riazzera ad ogni quarto, regalando al test i crismi di una partita vera, e con la voglia di chi si vuole sfogare dopo aver lavorato duro sul lato fisico e la pressione per il risultato al minimo, i ritmi s’impennano sin dall’avvio. Se l’intensità difensiva non manca negli scontri fisici vicino a canestro, c’è più ossigeno per le soluzioni dall’arco, dove banchettano in tanti, poi Mbacke strappa applausi con un alley-oop, ma i Raggi s’arenano presto e Piccone fa fiorire il giardino marchigiano, guadagnando la doppia cifra già all’8’ (17-28).
Jesi resta aggressiva sui pick and roll di casa e pasteggia allargando il campo e prendendosi proficui “uno contro uno”, e pur se i neroverdi provano ad alzare i ritmi con la “second unit”, la General Contractor continua a scavare il canyon con le ruvidezze di Di Pizzo, che va a guadagnarsi frequenti gite in lunetta, e la precisione di Nicoli: 27-46 al 17’. I time-out di Pansa non mutano l’inerzia e a metà cammino il rotondo 50 esterno rende palese il punto dolente su cui ragionare negli spogliatoi.
Da dove Faenza risbuca con l’insistente idea di foraggiare Mbacke in area: funziona, anche perché dall’altra parte le percentuali scemano e al 24’, sul 43-53, è Ghizzinardi a far tirare il fiato ai suoi per una “pettinata”. Il contraccolpo è pesante, perché Arrigoni si prende le sue rivincite su Mbacke ed i polpastrelli di Nicoli e Piccone tornano a rilasciare polvere dorata per far librare Jesi verso nuovi cieli limpidi: 48-67.
Pansa saggia un quintetto di taglia limitata e innesta le marce alte, pur con un tasso d’esperienza ridotto (Rinaldin e Bianchi insieme sul parquet), e svoltato l’abisso nel punteggio, scrutato al 31’ (57-80), Faenza si gode recuperi, sgroppate e le finalizzazioni di Longo e Fumagalli, sforbiciando fino al 72-81. Strappando infine la soddisfazione di “aggiudicarsi” almeno l’ultimo quarto.