Cesena, Pietro Neri premiato come miglior istruttore regionale di minibasket: “Ogni bambino è speciale”

Basket

Alcune giornate rimangono impresse nei ricordi e nel cuore. Emozioni che rendono le giornate, indimenticabili. Una cosa è certa: Pietro Neri non dimenticherà il pomeriggio di sabato 15 novembre, giorno in cui è stato premiato ai Fip Awards, al palazzo Varignana di Castel San Pietro, come miglior istruttore regionale di minibasket.

Classe 1954, padre degli allenatori Andrea, Fulvio e Livio, al quale è dedicata l’omonima società di basket cesenate. «Ringrazio chi ha pensato a me. Ci sono tanti allenatori bravissimi che ogni giorno lavorano con i ragazzi. Io piuttosto che un istruttore, mi sento un educatore». Il segreto? «La passione, che ha rappresentato un elemento fondamentale nel corso della mia vita. In tutto ciò che ho fatto, c’è sempre stata passione: quando distribuivo i giornali a Cesena, quando ho fatto l’istruttore di tennis, quando insegnavo a scuola. L’orgoglio più grande della mia vita? I miei figli».

Alla premiazione, tanti grandi ospiti tra cui il presidente Fip, Gianni Petrucci e l’allenatore della Nazionale, Luca Banchi. «Pietro è una persona meravigliosa - dice il presidente della Livio Neri, Carlo Venturi, miglior amico di Livio - Il suo vero obiettivo è educare alla vita i giovani, attraverso lo sport. È genuino, carismatico ed estremamente sensibile».

Emozioni, appunto, che sono state condivise da Carlo e Pietro: «Ci siamo abbracciati, l’ho ringraziato e ci siamo stretti forte. Un turbinio di grandi emozioni e gioia». Venturi ricorda, poi, l’iniziativa ideata dallo stesso Pietro Neri, “Due minuti per riflettere”: «Una lettera, scritta da lui, volta alla sensibilizzazione di tutti i genitori. Affrontava temi importanti come il divertimento, il fair play, il diritto di sbagliare e il valore dell’amicizia. In tutta Italia, le società dedicarono due minuti di silenzio, dopo aver letto il testo».

A volte il destino parla a bassa voce, entrando in punta di piedi nella vita, altre volte invece, è come un fulmine che squarcia il cielo, interrompendo la quiete. Proprio di destino si parla visto che il premio è stato consegnato a Pietro da Andrea Serri. «Un grande amico di Livio e della famiglia Neri. Aveva fondato, insieme a Livio, la Compagnia dell’Albero di Ravenna. Livio seguiva il settore giovanile, Andrea il minibasket. Ho avuto modo di conoscerlo in ospedale, pochi giorni prima che Livio se ne andasse...», racconta emozionato Venturi.

Il destino sembra allineare anche i numeri: «Il caso ha voluto che 14 anni dopo la scomparsa di Livio, Andrea premiasse Pietro».

Già, quattordici... «Proprio il numero di Livio, che nessuno ha più indossato ed è stato ritirato».

Vere e proprie emozioni. Perché, in fondo, lo stesso Livio Neri aveva espresso alla perfezione il concetto sul quale si poggia la nostra intera esistenza: la cura dei particolari costituisce la differenza tra un qualcosa fatto tanto per fare e una cosa fatta per amore. «Livio lo diceva sempre. Ogni bambino per noi è unico e speciale. Bisogna accogliere con il sorriso stampato sul volto e tanta passione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui