C’è un pizzico di amarezza sul volto di Luca Dalmonte, nonostante la schiacciante vittoria nel derby. «Commentare i numeri di fronte a questa partita non serve, per cui faccio i complimenti ai giocatori per come hanno interpretato la partita e al mio staff che mi ha sostituito in modo egregio. Siamo stati solidi e presenti, era necessario».
È lo stesso Dalmonte a commentare l’episodio dell’espulsione. «Chiedo scusa, perché è un comportamento che non mi appartiene. Ognuno di noi deve fare il proprio mestiere, ma essere cieco su ciò che fa la panchina avversaria. Su questo mi definisco come Che Guevara, se fossi stato in tribuna avrei punito la mia sceneggiata, ma gli arbitri non hanno bisogno di suggerimenti o spie e credo che sia moralmente corretto farsi gli affari propri (Dalmonte ha usato altro termine, ndr)».
Poco da commentare sulla partita, ma mettere la palla vicino a canestro ha prodotto vantaggi per tutto il match. «E’ un suggerimento arrivato dallo staff, e dall’attacco spalle a canestro dei loro “4” sono nate tante soluzioni».
È la vera Andrea Costa? «Ve lo saprò dire tra due mesi, ma la condizione è che tutti siano collegati e pronti a dare un contributo, da consolidare nel tempo. Contro la Luiss abbiamo giocato troppo incatenati, mentre a Jesi il giudizio va dato sulla prestazione e non sul risultato».
Sull’altra sponda, coach Galetti esordisce davanti ai microfoni ringraziando l’Andrea Costa per la signorilità mostrata nei confronti del tecnico giallonero che ha perso il padre Ermes pochi giorni prima del derby (osservato un minuto di raccoglimento a inizio gara).
«La mia situazione personale ha influito su tutta la settimana, visto che sono rientrato mercoledì pomeriggio e potete immaginare con quale morale, di certo abbiamo prodotto poco a causa del divario tecnico e di valori. Purtroppo, l’intervallo è arrivato in un momento in cui avevamo preso inerzia, ma fermarci lì e poi riprendere nel terzo quarto subendo quel parziale ha chiuso la partita».
Sull’episodio dell’espulsione anche il tecnico giallonero resta fermo sulle sue posizioni, lanciando qualche frecciatina. «Ho 57 anni, 800 partite a questo livello non ho allenato squadroni come Fortitudo o Fenerbahce, ma la morale non me la fa nessuno. Certi comportamenti sono inaccettabili e chiunque afferma il contrario è un falso. Si può essere dei bravi allenatori, ma prima bisogna essere delle brave persone. Un chiarimento? Nessuna intenzione».
Tornando al campo, i lunghi della Virtus sono stati travolti dal quartetto dell’Andrea Costa. «Boev è scavigliato, per farlo giocare l’abbiamo messo in difficoltà, è attualmente a un livello di forma molto basso e si è depresso, mentre Mazzoni ha subìto la difesa di Gatto e per lui le cose non si stanno infilando bene. Tambwe è quello che sta producendo di più, ma fa quello che può, mentre sono contento di Errede, che ha grandi margini di crescita. Difficile dire altro, perché nei lunghi siamo stati sovrastati».
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