Basket C Gold, la Intech Imola vuole essere "bella" e promossa
- 12 giugno 2022

A dodici anni di distanza dall’ultima promozione, quando l’allora coach Carlo Marchi (attuale diesse) la portò in C Dilettanti e a 17 da quell’estate 2005 che segnò la fine della Virtus Imola (allora in B d’Eccellenza), la Virtus Spes Vis questa sera può coronare il proprio sogno. Al Ruggi (ore 20, arbitri Femminella di Reggio Emilia e Cieri di Ravenna) i gialloneri ospitano infatti Ferrara nella bella che vale la promozione in B.
«Siamo sereni - esordisce il coach Marco Regazzi - e ci siamo allenati con il sorriso. Brava Ferrara che in garadue ha disputato un’ottima prova, mentre noi potevamo e dovevamo fare di meglio. Responsabilità mia, che avrei dovuto curare di più certi aspetti».
Approccio sbagliato
Il coach estense Adriano Furlani ha dichiarato giovedì sera... «Sono convinto che Imola non fosse la stessa di garauno. Ho avuto la sensazione che avessero festeggiato in anticipo».E Regazzi coglie la palla al balzo. «Abbiamo tutti pensato che sarebbe stato più facile e quindi abbiamo sbagliato l’approccio. Ecco il mio errore più grande. Avrei dovuto insistere sulla pericolosità della partita, ma l’ambiente intero, società compresa, si era fatto un’idea diversa dopo garauno dominata. Adesso siamo al gran ballo e vogliamo ballare».
Il punto interrogativo più grosso per una squadra come quella romagnola che ha dominato la stagione viene dalla condizione fisica generale e in particolare del play Galassi, infortunatosi a Ferrara. «Luca in questi due giorni non si è allenato e la caviglia resta gonfia. Speriamo di recuperarlo, ovvio, ma una decisione sarà presa all’ultimo. E poi bisogna capire come stiamo a livello atletico».
Magari ancora più importante sarà oggi appoggiarsi al centrone croato Diminic, l’unico che alla Bondi Arena è sembrato al 100%. «Sul fronte tattico qualcosa cambieremo, con due-tre situazioni differenti. Anche i dettagli diventano importanti in una finale».
Calma e sangue freddo
In terra ferrarese la Virtus Spes Vis ha dato l’impressione di peccare di fretta in attacco. «Ho provato a predicare calma, ma in certi momenti diventa difficile mettere ordine. Abbiamo sbagliato qualche conclusione aperta di troppo all’inizio e dopo ci siamo fatti prendere dalla voglia di riscatto, ma a pallacanestro i tiri da 7-8 punti non esistono. La difesa ha retto, perché li abbiamo tenuti a 60, però davanti si è prodotto troppo poco e poi quella tripla di tabella dall’angolo di Tognon ci ha tagliato le gambe».LA FORMULA FUTURA