Basket B, un mercoledì da leoni, ma preoccupa l’OraSì

Basket

Un mercoledì indimenticabile quello delle romagnole, nel bene e nel male. Se Faenza, Andrea Costa e Virtus (in rigido ordine di classifica) hanno piazzato tre zampate importanti per il loro futuro, l’OraSì non è uscita dalla crisi di risultati che la sta attanagliando in questo 2024. Ruvo è la capolista del girone, vero, però Ravenna ha vinto appena una partita su sette e non ha compensato i pesanti rovesci per mano di Bisceglie e Lumezzane con qualche colpo gobbo. Domenica l’asticella si alza per tutte: al Pala Cattani andrà in scena il derby Blacks-Neupharma, i giallorossi saranno di scena a Fabriano e l’Andrea Costa riceverà Mestre al Ruggi.

Sinfonia imolese

Per Virtus e Andrea Costa era un turno fondamentale. I gialloneri ci arrivavano da tre immeritate sconfitte consecutive, mentre Corcelli e compagni (a secco da più di due mesi in trasferta) avevano un’occasione a Chieti contro un avversario “corto” e stanco dopo la battaglia di 50’ con Ruvo. Bene, entrambe si sono fatte trovate pronte, lanciando un chiaro messaggio a tutte le dirette concorrenti per la salvezza.

La Virtus di Mauro Zappi, per nulla rallentata dalle assenze di Valentini e Alberti, contro Fabriano ha confermato la propria dote principale: portare gli avversari a giocare sul ritmo prediletto. Una sorta di centrifuga che specie fra le mura amiche, manda in cortocircuito anche squadre più lunghe, esperte e grosse. Un dato? Fabriano mercoledì ha perso 20 palloni, Roseto sabato 21, San Vendemiano 13, San Severo 16 e l’Andrea Costa 22 nei precedenti match al Ruggi. Le stesse viaggiano, in campionato, rispettivamente a 15, 14.8, 12.2, 12.8 e 14.5 di media. Insomma, la Virtus sa imporre il proprio ritmo alle avversarie, poi con il tiro da tre e l’ispiratissimo Barattini delle ultime settimane riesce (nel 2024 in doppia cifra sei volte su otto, con 13.2 punti e 3.2 assist di media) a trasformare questa supremazia in successi.

Sorride anche l’Andrea Costa, che a Chieti ha condotto dal primo all’ultimo minuto, sfruttando sì una serata magica al tiro (16/27 da tre) e vincendo i duelli difensivi (fermato a 13 con 4/11 al tiro il temuto Lips). Il record stagionale di assist (23) ha fatto il resto, insieme alla capacità di impatto delle seconde linee, così neppure i problemi di falli (Crespi incapace di gestirsi) e l’infortunio alla caviglia di Corcelli (domenica ci sarà) hanno rallentato la corsa biancorossa.

La resurrezione di Drocker (prima volta in doppia cifra nel 2024) e la conferma a livelli sublimi di Aukstikalnis lanciano Imola verso un match tanto cruciale quanto difficile. Mestre ha perso solo una volta tra le mura amiche, proprio con l’Andrea Costa e ha vinto una volta su 12 fuori (all’esordio a Faenza, il 1° ottobre).

Contro il tabù

Faenza a Ozzano ha saputo rendere facile una sfida sulla carta complicata, riuscendo finalmente a imporre quella superiorità tecnica e fisica, rispetto alla gran parte delle avversarie, che tutti le riconoscono da questa estate. Farlo nonostante i 0 punti di Begarin (5 rimbalzi, 3 recuperi e 8 assist) rientra fra le ottime notizie per Lotesoriere che domenica si troverà di fronte a un fondamentale crocevia stagionale: i Blacks non sono ancora riusciti a vincere tre partite consecutive e se, oltre a risalire la classifica, vogliono acquisire quella continuità di rendimento necessaria a centrare gli obiettivi societari, allora dovranno infrangere il tabù Virtus Imola.

Metamorfosi giallorossa

L’11 dicembre scorso l’OraSì vinceva a Jesi, centrando il 5° successo consecutivo e mettendosi nelle condizioni migliori per sfruttare un calendario finalmente favorevole. Difficile capire cosa sia successo, ma da allora i giallorossi hanno perso 8 volte su 10, compresi alcuni fondamentali scontri diretti, vedi Vicenza, Lumezzane (0-2 con i lombardi) e Bisceglie (un vero suicidio). La crisi di nervi e la squalifica di Nikolic, la partita gettata a San Severo, il tunnel imboccato da Dron e Restelli e le partenze a rilento, sono tutte facce di una stessa medaglia: Ravenna non riesce a ritrovarsi, il campionato non aspetta e la storia della squadra giovane e inesperta dopo cinque mesi regge il giusto. Perché, oltre all’inserimento dello scafato Panzini, tutti i giallorossi in rotazione vengono da una o più stagioni a minutaggio in doppia cifra almeno in B (Bedetti, Nikolic e Onojaife erano in A2). Insomma l’inesperienza è un’altra cosa.

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