Basket B, incubi Andrea Costa ma con finale diverso

Basket

Per scrivere un piccolo, ma significativo, capitolo della propria storia, l’Andrea Costa ha scelto il modo più folle. E alla fine anche il più gustoso. Mai, nei dieci precedenti, i biancorossi avevano espugnato il campo di Ravenna fra Pala De Andrè e Pala Costa: domenica finalmente ci sono riusciti nel secondo, sospinti da oltre 300 imolesi al seguito.

Un colpo che, nella logica degli scontri diretti, vale molto di più dei due punti buttati con Mestre, perché ora Corcelli e compagni sono a +6 sull’OraSì e il 2-0 negli scontri diretti. Insomma Ravenna per superare l’Andrea Costa, nelle ultime otto giornate dovrà vincere quattro partite in più rispetto agli imolesi. Un bel passo verso la salvezza diretta in definitiva per Corcelli e compagni, con l’asticella posta idealmente a quota 30 ora più vicina.

Luce spenta, all’improvviso

Che il suicido con Mestre avesse lasciato delle scorie nel gruppo romagnolo era logico pensarlo e il folle derby di domenica l’ha confermato. Dopo 1’52” del terzo quarto, infatti, quando Aukstikalnis infilava il secondo libero dei due a disposizione, la squadra imolese toccava il massimo vantaggio sul 37-54, legittimando una superiorità apparsa abbastanza netta alle due estremità del campo. All’improvviso, però, i vecchi fantasmi sono nuovamente usciti dall’armadio e nei successivi 6’ l’Andrea Costa e i suoi tifosi al seguito hanno vissuto un vero incubo: a 2’24” dalla terza sirena, infatti, sempre un 2/2 dalla lunetta (a firma Paolin) issava l’OraSì sul 66-64, per un apocalittico parziale di 29-10, che di lì alla fine del quarto si allungherà fino a 34-13. Le facce spaurite, l’incapacità di reagire e soprattutto l’improvviso e incomprensibile “spegnimento” della luce, erano le stesse già viste la domenica precedente con Mestre e ancora prima a Padova. Questa volta, però, l’Andrea Costa ha trovato il modo di raddrizzare la propria serata e di andarsi a prendere quella vittoria che, fino a restare vittima dei già citati fantasmi, aveva pienamente meritato.

Il time-out e la forza del gruppo

Molto hanno pesato le parole di Emanuele Di Paolantonio in quei 3’ di pausa fra il terzo e l’ultimo periodo. Con la squadra stretta attorno a lui il coach abruzzese si è confermato il leader tecnico (logico, da allenatore) ed emotivo (situazione molto meno comune nel basket), facendo capire ai propri giocatori che da quella situazione potevano uscire solo “comportandosi” come un gruppo. E Corcelli e compagni in campo l’hanno seguito le sue parole perché, al di là di una circolazione di palla migliore ma non ai livelli dei primi 22’, hanno ricominciato a sputare l’anima in difesa, costruendo le basi del successo. Poi i 5 punti di Drocker e i 9 di Aukstikalnis hanno dato all’Andrea Costa anche quella linfa offensiva fondamentale per tagliare il traguardo, ciò che era mancato sette giorni prima con Mestre. Ulteriore riprova di come questa squadra sappia gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui