Basket A2, Rbr a casa di Jazz Johnson: a Rimini ancora lo rimpiangono?

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Lanciata e gasatissima, la Rinascita prosegue il suo lavoro settimanale a ranghi completi, forte di un recente record di sei su sette e di una striscia aperta di quattro vittorie consecutive che certificano la metamorfosi di Rbr verso quel tipo di squadra profonda e non leggibile che aveva in mente il management l’estate scorsa.

Che adesso si vada a Rieti, casa dell’ex Jazz Johnson, per buona parte del torneo rimpianto dai più, come il vecchio eroe del primo anno di A2 che faceva pentole e coperchi, è come sempre significativo proprio per la diversità che c’è tra le due squadre (Rimini e Sebastiani) e per la trasformazione dei biancorossi che Dell’Agnello è riuscito ad attuare mentre Ferrari, almeno fino a quando era stato in sella, non era riuscito a compiere.

Del resto in A2 ci sono due tipi di squadre: quelle con i due americani fortissimi e accentratori e gli italiani a contorno, quelle con gli Usa molto buoni, ma non mangia-palloni e tanti italiani, alcuni di ottimo livello, che allungano le rotazioni e danno più opzioni.

Rimini rientra nella seconda ‘famiglia’, Rieti nella prima, quella dove peraltro era inserita la Rinascita ‘old-style’, con Jazz e Ogbeide a rappresentare almeno il 70% della pericolosità offensiva nel ‘22-23. Così facendo spesso ti salvi, ma puoi ambire a qualcosa di più? La Sebastiani, in un girone che sembra inferiore a quello di RivieraBanca (Trapani e Cantù ko contro Cividale e Orzinuovi, ma un rintocco di orologio è troppo poco per dare giudizi) si affida a piene mani all’estro di Johnson (20.6 punti col 43% da tre e 3.4 assist nella prima fase), però poi quando lui stecca (come a Forlì), ben contenuto e infine uscito per falli, Rieti rischia di precipitare. L’altro Usa è molto solido, il classico pivot bonsai Oustin Hogue, 12.2 punti e 8.9 rimbalzi, una sorta di ‘aspirante’ Kyle Hines (la sfida con Justin Johnson potrebbe dire molto), con un paio di alfieri a supporto: Sarto, la sorpresa del team, e Spanghero, esperienza e pericolosità dall’arco.

Questa Rinascita 2.0 plasmata da Dell’Agnello è diversa: sul perimetro non c’è un bomber designato, anzi col playmaking passato a Tassinari non c’è neanche il rischio di ‘palleggiti’, visto che Marks fa il terminale (come Grande) e l’unico deputato a forzare qualcosa è Tomassini. Nei paraggi del ferro, però, Rimini adesso è tostissima: senza star qui a decantare il livello di Johnson (giocatore di categoria superiore, ora fisicamente sta bene e si vede), Simioni è cresciuto tanto e anche Masciadri si fa sentire in qualità e quantità, aspettando Pellegrino. Per fermare il folleggiante Jazz, ci si affiderà a uno che lo conosce benissimo, il mastino Simon Anumba. L’obiettivo non sarà evitare che ne faccia 20 (perché li farà), ma portarlo a doverli realizzare con quanti più tiri possibili. Questa Rinascita sa come si fa.

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