Basket A2, l’Unieuro sfida Chiusi come se fosse Verona

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Da Verona a Udine passando per Chiusi. La storia di un campionato di pallacanestro non è assimilabile in tutto a un itinerario stradale nel quale ci sono un punto di partenza e un punto di arrivo e tutto ciò che ci sta in mezzo è un cartello stradale davanti al quale si passa e va oltre a tutta velocità.

No, nel basket anche Chiusi è una tappa. Importante da superare tanto quanto lo è quella di arrivo.

Per questo, domani al Pala Galassi contro i toscani, servirà l’Unieuro tenace e grintosa che ha saputo battere la Tezenis, una partita il cui “dominus”, Davide Pascolo, giustamente elogia per l’atteggiamento dimostrato dalla squadra biancorossa.

«Era una gara molto importante per noi, sia perché venivamo dalla sconfitta a Cividale, sia perché in due confronti diretti, Verona ci aveva sempre battuto - ammette il lungo dei forlivesi -. Volevamo riscattarci e sapevamo che per riuscirci era necessario avere un impatto deciso sul match sin dal suo inizio. Lo abbiamo avuto e questo ci ha dato un’energia che ci siamo portati dietro sino alla fine. Volevamo vincere a tutti i costi e ci siamo riusciti».

All’impronta iniziale che Forlì ha saputo dare al match, si sono poi aggiunte altre risorse che hanno fatto la differenza. «Di questo incontro mi tengo stretti il controllo del ritmo che abbiamo avuto nei momenti decisivi e la solidità difensiva che siamo riusciti a dimostrare. Sono qualità che abbiamo e che dobbiamo solamente cercare di esprimere in partita per quanti più minuti possibile, con una sempre maggiore regolarità. Un nostro ulteriore passo avanti può essere proprio questo».

E se si parla di progressi, quelli di “Dada” sono sotto gli occhi di tutti. La sua prestazione sabato scorso è stata il marchio di fabbrica del Pascolo che tutti conoscevano e che ha lasciato il segno sui parquet dei principali palasport italiani ed europei. «Io cerco solo di essere un giocatore che quando entra, impatta immediatamente sulla partita e sono contento di esserci riuscito con Verona - sorride l’interessato -. Per me è importante farlo, ma è anche ciò che mi chiede Antimo Martino nel contesto di una squadra che a ogni partita può e vuole fare emergere uno o più protagonisti diversi».

Vero è che per passare da 4.6 punti e 3.5 rimbalzi di media all’andata ai 10 e 6 del ritorno, ci vuole una crescita individuale abbinata a un miglioramento della capacità interpretativa dei meccanismi di squadra. Per Pascolo è stato così. «Sicuramente io e altri giocatori ora siamo calati completamente negli automatismi dell’Unieuro, poi io mi trovo molto bene in un gruppo bellissimo e questo mi sta dando grande serenità». Quella che traspare, poi, sul parquet e che deve essereuna spinta anche in vista della sfida con l’Umana Chiusi.

«Sembrerà una frase fatta, ma in questo campionato ogni partita è realmente complicata e siccome Chiusi ha talento, noi dovremo affrontarla con lo spirito e la determinazione che abbiamo avuto con Verona e farlo anche questa volta sin dalla palla a due. L’approccio sarà fondamentale».

Vincere e poi pensare a Udine, quindi? «Sì, ma solo dopo - precisa Pascolo -. Prima della trasferta al “Carnera” dobbiamo fare nostra la sfida di domenica: il cammino si affronta sempre un passo alla volta. E così sarà anche nella fase a orologio, dove non è che giocare sul campo delle big dell’altro girone sia per forza più difficile che andare a casa di chi avrà bisogno di fare punti per salvarsi».

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