Basket A2, Carasso: «Cantù la butterà sulle mani addosso, ma se la spunta il talento vince Rimini»

L’adrenalina sale, il tutto esaurito è garantito, detta così sembra anche semplice, bisogna solo aspettare di vedere alzata la prima palla a due domenica sera alle 20,15 al Flaminio.
In casa RivieraBanca l’attesa sembra abbastanza tranquilla: la forza di Cantù è nota, quella dei biancorossi anche e su questo poggia la fiducia di tutto l’ambiente, a cominciare da chi questo progetto l’ha ideato, l’amministratore delegato Paolo Carasso.
«Abbiamo giocato finora un campionato da protagonisti, dall’inizio alla fine, ci siamo tolti tante soddisfazioni, per assurdo sarebbe ancora più bello essere promossi attraverso i play-off rispetto alla promozione diretta. Perché la risposta dei riminesi è stata favolosa, non ci fermiamo a mettere assieme i sold-out, il pubblico è coinvolgente, la gente, le famiglie vengono al palazzo a prescindere da quello che è il risultato sportivo, perché è appassionante. Sono gratificazioni reali per noi, questa è la parte del progetto Rbr che ci fa vincere comunque, quella di educare un popolo di tifosi che va al palazzo per divertirsi, poi c’è anche la partita che assume un ruolo importante, ma non è fine a se stessa».
Traguardo superato
All’inizio della stagione l’obiettivo era quello di fare un altro piccolo passo avanti, cioè superare quel maledetto scoglio di primo turno play-off. Ora però questo traguardo sembra riduttivo. «La società si è presa l’impegno di fare sempre un passo in avanti, crescere sotto ogni punto di vista, ogni anno fare un po’ meglio».
La semifinale è finita da pochi giorni: sarà stata l’evidente supremazia di RivieraBanca o la pessima decisione di chiudere le porte a Forlì costringendo le squadre a giocare nel deserto, ma non sembrava neanche un Rimini-Forlì che valeva l’accesso alla finalissima.
«Per vivere l’ambiente derby - sostiene Carasso - ci devono essere le componenti agonistiche al top da entrambe le squadre. Loro erano molto stanchi, acciaccati in qualche elemento importante, noi più pronti mentalmente e fisicamente».
La sfida sul parquet
Carasso si mette la tuta e usa la lavagnetta da coach per parlare dei temi tecnico-tattici della finale. «La finale più giusta per quello che le due squadre hanno espresso in regular season e nei play-off, noi conosciamo loro e viceversa, non si scopre nulla di nuovo a questo punto della stagione. Sono convinto che Cantù proverà ad aggredirci, sono curioso di vedere quanto noi saremo agonisticamente pronti e come riusciremo a liberarci dalla loro aggressività e delle loro mani addosso potendo così giocare e sviluppare la nostra pallacanestro Se la spunta il talento vince Rimini, se parliamo di fisicità ed esperienza loro hanno giocatori più pronti».
L’uomo decisivo
Quando Rimini annunciò l’arrivo di Gerald Robinson, la società disse che si era deciso per un’extra-budget per le qualità del giocatore. Che avrebbe dovuto fare la differenza proprio in questi momenti. «Non avevamo bisogno di un realizzatore, abbiamo tanti giocatori con punti nelle mani, la nostra è una squadra che risponde a ogni necessità, ma cercavamo un vero play che creasse gioco, gestisse i tempi, In estate aveva lavorato poco pensando di trovare posto in A1, noi abbiamo fatto fatica per farlo scendere in A2. E’ arrivato poco allenato, si è infortunato, aveva paura di spingere troppo presto, si è infortunato di nuovo e le sue prestazioni non erano sufficienti. Poi la svolta, quando ha lavorato con continuità, è entrato in condizione e soprattutto ha imparato a conoscerci, è stato coinvolto dai giocatori, dalla società, dal pubblico, dall’ambiente, ha la faccia diversa. E entrato in una modalità differente, ci sta dando qualità, carisma, talento, ci sta trascinando».